(Maurizio Crispi) Can che corre non abbaia...
Tutti si allenano ed anche lui ha detto: "Perchè no?".
E, così, corre lungo un graffito che adorna il percorso del Regent's Canal (Londra), subito dopo il passaggio dal Victoria Park.
Anche i cani, come capita a noi umani, amano correre.
E a volte lo fanno senza alcuno scopo in particolare.
Corrono e basta.
Si lanciano di corsa con scatti fulminei dove possono farlo. Oppure trotterellano a lungo. Altre volte la loro corsetta è spezzata da frequenti soste e divagazioni per annusare, curiosare, esplorare.
A volte, se trovano una chicca odorosa, si rotolano più volte sul dorso per impregnarsi voluttuosamente di quel sopraffino (per loro) odore.
In quel correre a scatti, lanciandosi felici, in quel trottellerare lento, nella corsetta con frequenti divagazioni non potremmo vedere noi stessi e il nostro modo di correre che può essere multiforme e sfaccettato?
Penso proprio di sì.
Anche noi come i cani veniamo da un ancestale passato di cacciatori-raccoglitori.
Anche noi come i cani, pur avendo appreso a svolgere delle attività in solitaria, veniamo dall'aver vissuto l'esperienza vivificante del branco che corre compatto.
I nostri antenati e i loro primi cani si sono ritrovati assieme a correre, accanto l'uno all'altro, ginocchio accanto a garrese, alla ricerca di prede da riportare a casa.
E poi l'hanno fatto molte volte senza alcuna pretesa utilitaristica, ma semplicemente per il piacere di farlo.
O forse l'hanno fatto prima, perchè prima deve essere nato il piacere del gioco fine a se stesso.
Perchè il cane aveva scelto di essere compagno dell'uomo e, in un certo senso, con la sua presenza silenziosa, ha spinto la sua evoluzione verso una vrescente umanizzazione.
La corsa guarisce e lenisce.
Nella corsa che rimanda ad una caccia ritualizzata i serbatori di aggressività inespressa si svuotano; e si ritrovano pace e serenità interiori, specie se lo facciamo in compagnia del nostro cane preferito o se un cane trovatello e senza collare si aggrega a noi e ci segue speranzoso - ma senza nulla chiedere - per parte del nostro percorso.
E dunque, can che corre non abbaia, can che corre non morde, corri che ti passa...
Questo scritto è una libera divagazione a partire dal titolo che ho pensato di dare alla foto riportata all'inizio dell'articolo.
Le foto sono state realizzate da Maurizio Crispi, il 25 gennaio 2014, tra Regent's canal e Victoria Park.
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