Gianfranco Bracci e Marco Parlanti hanno ideato un percorso sulle orme degli etruschi, un archeo-trek, come lo definiscono loro. Tutto è nato nel 2004, quando sono stati ritrovati a Frizzone (Lucca) 300 metri di selciato etrusco, antichi 2500 anni.
Ed ecco che agli autori é venuta l’idea di ricostruire l’antica Via del Ferro, un percorso da costa a costa che dall’isola d’Elba arriva ai lidi di Comacchio.
Lungo il percorso si incontrano scavi archeologici, tra i quali le città etrusche di Gonfienti (Prato) e Kainua (Marzabotto). Gli itinerari proposti nella guida sono due: quello dall’Isola d’Elba a Comacchio è il principale, 17 giorni di cammino per 250 chilometri totali, diviso in tre parti: l’isla d’Elba, poi ci si sposta a Pisa coi mezzi e si cammina fino a Marzabotto, infine segue una terza parte, in cui i due autori dopo essersi spostati sino a Ferrara coi mezzi, poi camminano fino a Prato Pozzo; ma c’è anche la variante fluviale, denominata “Etruscan trail, river to river”, dall’Arno al Reno, per un totale di 6 tappe, da Prato a Marzabotto.
Da questa ricerca sul "campo" e dalla sperimentazione di questi percorsi è scaturito un libro, dal titolo "La Via Etrusca del Ferro. Dal Tirreno all'Adriatico, dall'isola d'Elba alle Valli di Comacchio sulle tracce della strada più antica d'Europa", pubblicato per i tipi di Ediciclo (2013).
Si tratta di un libricino, ma fondamentalmente utile per chi volesse intraprendre gli stessi cammini. Oltre al road-book, dotato di mappe dettagliate in scala 1:50.000, la guida ospita un racconto di viaggio, e approfondimenti storico-archeologici, scritti da esperti.
Si tratta dunque di una vera e propria guida dedicata al primo archeo-trek italiano, un coast to coast sulle tracce della strada selciata più antica d’Europa, lungo la quale i carri etruschi trasportavano il ferro dal Tirreno all’Adriatico. Dall’Elba a Pisa, da Marzabotto a Bologna, fino ad arrivare a Spina, vicino all’odierna Comacchio.
Sul sito della casa editrice Ediciclo sono reperibili anche le tracce GPS degli itinerari.
La via Etrusca del Ferro. La Via Etrusca del Ferro è stata definita dall'archeologo Michelangelo Zecchini, che nel 2004 ne trovò trecento metri ben selciati e glareati, risalenti al VI sec. a.C. in località Frizzone a Capannori, quale una “superstrada del lontano passato”.
L'associazione culturale omonima che ha sede a Prato, è nata per tentare di ritrovarne altri tratti, utili a certificarne l'esistenza reale. L'importante arteria risulta essere certamente la più antica strada selciata d'Europa.
Narrano gli storici antichi, fra cui Plinio il Vecchio, che questa terra, era ricca di molte materie prime quali minerali di ferro, rame e argento, utili per estrarne i relativi metalli, allora molto importanti, in quanto, come egli asseriva: "erano alla base dei prezzi di ogni merce" e quindi avevano lo stesso valore che il petrolio ha ai nostri giorni.
Essa univa i porti di Pisa, sul Tirreno e di Spina (Comacchio), sull'Adriatico ed aveva nelle città pedemontane di Gonfienti (Prato) e Kainua (Marzabotto vicino a Bologna, i due grandi empori commerciali situati nei contrapposti versanti appenninici.
A detta dello storico greco Scilàce di Cariànda (V sec. a.C.) che ne parla nel suo Periplo di Scilace, pare che la si potesse percorrere in soli tre giorni: "Dopo gli Umbri, i Tirreni. Anch’essi vanno dal Mar Tirreno all’Adriatico; e qui si trova una città greca (Spina) e un fiume: la navigazione verso la città tramite il fiume è di venti stadi: questa città si raggiunge da Pisa in tre giorni di cammino".
Gianfranco Bracci, Marco Parlanti, La Via Etrusca del Ferro. Dal Tirreno all'Adriatico, dall'isola d'Elba alle Valli di Comacchio sulle tracce della strada più antica d'Europa, Edicilo, 2013 (pag. 31).