Si è celebrata domenica 3 novembre 2013 la Millet Etna Sky Marathon, giunta alla sua 8^ edizione. L'Etna ha regalato una stupenda giornata per l'ottava edizione dell'Etna Sky Marathon che ha visto un grandissimo Vito Massimo Catania aggiudicarsi la gara con il tempo di 2h59' davanti al russo Mikhail Mamleev e al palermitano Giuseppe Cuttaia, mentre tra la donne si è imposta la 5 volte campionessa del mondo Emanuela Brizio con il tempo di 3h35' davanti alla siciliana Graziella Bonanno e a Martina Norma. Un grande ringraziamento da parte degli organizzatori agli sponsor Millet - Mountain by Experience - Valetudo skyrunning - Italiasiculamente - Etna Wall e a tutti i volontari, al Corpo forestale e al Soccorso Alpino di Etna Sud e Etna Nord.
112 sono stati i finisher di cui 91 gli uomini e 21 le donne.
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Appuntamento all'anno prossimo per il Sicily Volcano Trail 2014!
Vincenzo Ferro (ASD Etnatrail) ci ha scritto un suo report sulla manifestazione. Queste le sue parole di presentazione: "Il main theme di questo breve racconto è stato concepito a poche ore dalla conclusione della gara, mentre ancora dolorante facevo ritorno a casa in macchina insieme agli amici Ezio, Elena e Salvo, ed è stato scritto di pugno mentre stavo sdraiato sul divano con la borsa del ghiaccio che faceva capolino tra ginocchio e caviglia. Poichè sono dell’opinione di riconoscere a Cesare quel ch’è di Cesare, ho ritenuto cosa opportuna, e spero gradita, descrivere quanto accaduto al fine di portare un piccolo contributo utile alla crescita di ognuno di noi e fare tesoro dei tanti atti di bontà espressi in vario modo, che, ogni giorno, vengono compiuti intorno a noi dalla gente comune".
Come disse Totò in un suo celebre film “Signori si nasce e io lo nacqui". Ebbene Vito Massimo Catania lo è (un vero Signore). Chi si appresta a leggere questo racconto immaginerà di trovare una descrizione di una giornata stupenda trascorsa all’insegna dello stare insieme al cospetto di un luogo spettacolare ed unico al mondo come soltanto l’Etna può offrire, il racconto di come sia andata la 8^ edizione dell’Etna Marathon 2013, il resoconto delle impressioni generali, della magnificenza dei paesaggi, dei splenditi colori di un autunno che ancora non sembra aver voglia di arrivare da queste parti ed esaltati da una calda giornata di sole. Oppure si aspetterà di leggere dell’esperienza provata per poterla condividere, degli amici dell’Etna Trail presenti sia in gara che in supporto in MTB lungo il percorso (e cito per tutti il presidente Carmelo Santoro), delle tante belle persone tra amici conoscenti e stranieri conosciuti durante i 42 km con i quali c’è stato tempo di scambiare le proprie impressioni e foto tra questi Auriele, Joachim e Rosellen, delle condizioni fisiche devastanti provate all’arrivo da alcuni alla prima volta in questa gara (come del resto lo è stata per me), ma a tutto questo ci penseranno altri che sicuramente riusciranno a trasmettere emozioni più forti di quanto possa uscire dalla mia penna.
Dovrei raccontare della mia gara di come sono giunto all’arrivo distrutto e pieno di crampi in entrambi gli arti inferiori, ma ugualmente soddisfatto per aver portato a termine la sfida rispettando l’obiettivo iniziale di chiudere entro le 5 ore e, considerando che al 30°km ero transitato con un ottimo tempo di 3h05', il finale ufficiale di 4h51’43” mi va addirittura stretto.
Però non è di tutto questo che vorrei raccontare, ma di un fatto che ha dello stra-ordinario visto il mondo in cui viviamo, alla voglia incessante di primeggiare a discapito degli altri, al narcisismo frenetico che abbiamo tutti sotto gli occhi e a cui oramai ci siamo assuefatti.
Per questo motivo quando si ha la fortuna di partecipare a degli avvenimenti e poter dire “C’ero anch’io”, allora corre l’obbligo di raccontare e divulgare i fatti per portarli ad esempio per la generazione presente così come ho pensato di raccontare quanto successo ai miei figli, la stessa sera dopo l’Etnamarathon.
Che Vito Massimo Catania sia un grande campione lo si può constatare verificando tutte le innumerevoli vittorie portate a casa negli ultimi anni in tutto il territorio siciliano. E che sia anche una persona ben voluta, ammirata da tutti lo si può cogliere leggendo tutti i commenti e i complimenti che gli vengono rivolti nella rete e perché ovunque l’abbia incontrato tutti lo salutano con gioia e si congratulano per il suo essere uomo. Ebbene come ho scritto all’inizio Vito è un Signore in tutti i sensi perché sa interpretare lo sport come vero spirito della vita.
Non nascondo di essermi emozionato quando, durante la premiazione, è stato svelato dall’organizzazione un retroscena che in pochi conoscevano, successo prima della manifestazione e che mi ha spinto a scrivere queste righe.
Tutti i runner siciliani che si cimentano nelle gare amatoriali conoscono Vito Massimo e sanno che ama correre più di ogni altra cosa; già prima della chiusura delle iscrizioni nella starting list figurava il suo nome. Non so se qualcuno degli organizzatori ne conoscesse il valore sportivo tanto che nel sito ufficiale della Millet Etna Marathon non era stato menzionato ne tanto meno pronosticato tra i favoriti.
Ma cosa era successo?
A starting list completa un giovane e bravissimo atleta siciliano, Francesco Cesare, chiede di partecipare ma poiché gli organizzatori non intendevano concedere deroghe al regolamento ecco che Vito si offre a cedere il proprio pettorale, come confermato dallo stesso Francesco, classificatosi brillantemente 6° assoluto.
Ma ci pensate!?!
Vito aveva da tempo pensato a questa gara... l’aspettava … e tutti noi, che ci definiamo runner, sappiamo che quando programmiamo un evento la partecipazione diventa motivo di vita o di morte: non ci rinunceremmo per tutto l’oro del mondo.
Eppure Vito, uno dei favoriti alla vittoria finale, decide di rinunciare alla gara per dare l’opportunità ad un’altra persona di partecipare.
Ma se giustizia deve essere!!!
All’ultimo momento arriva una defezione e Vito riacquista un pettorale.
Non ho potuto vedere con i miei occhi le immagini della vittoria ma come è stato riferito dai presenti. Vito si è accodato al campione del mondo di skyrunning, il russo Mikhail Mamleev giunto secondo, e a pochi chilometri dall’arrivo lo ha distanziato con una corsa fluida e potente.
Ancora una volta Vito Massimo ci insegna qualcosa e credo sia un dovere, e rispetto verso gli altri, imitarlo, pensare e agire considerando la corsa come uno stile di vita, scevro da personalismi e fronzoli, con la semplicità, l’umiltà e la correttezza che lo ha sempre contraddistinto. Per quanto ne sappia Vito si era cimentato sull’Etna per la prima volta nel mese di agosto per l’Etna Trail 2013, tappa del circuito Ecotrail Sicilia, e, in quell’occasione, si era trovato testa a testa sin dall’inizio con un altro grande campione siciliano Giuseppe Cuttaia (classificato 3° assoluto alle spalle del russo Mamleev), fino all’ultimo rettilineo ma a pochi metri dalla fine, come raccontato dai presenti, scaraventava il suo compagno, avversario e amico, in avanti sotto il gonfiabile dell’arrivo.
La mattina, prima della partenza della Etna Sky Marathon, mentre mi complimentavo per la sua ultima vittoria della settimana precedente (alla Maratonina dei Nebrodi, alla sua 3^ edizione, con il crono di 1h12'), gli chiedevano come mai, da abituale vincitore di gare su strada si presentava sull’Etna per correre su quel tipo di tracciato non consono alle sue caratteristiche, e lui con una disarmante semplicità rispondeva: “Io corro ovunque perché mi diverto”.
Subito dopo il mio arrivo intravedo Vito in tuta mentre stava facendo stretching (aveva completato circa 2 ore prima) e avvicinandomi, dolorante ma con l’orgoglio di aver concluso entro le 5 ore, gli chiedo come fosse andata e quale posizione avesse raggiunto, e lui con un grande sorriso sulle labbra “E’ andata bene.. ho completato” aggiungendo nient’altro, continuando a sorridere.
Questo è Vito Massimo Catania, un Signore… nello sport e nella vita.
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