(Maurizio Crispi) La 100 km del Passatore funge spesso da trampolino di lancio nell'esperienza della 100 km. Da questo punto di vista, è un po' come la Maratona di New York per gli aspiranti maratoneti.
Chi vuole vivere per la prima l'esperienza esaltante e adrenalica di una 100 km, dove va in genere? Domanda retorica, perchè la risposta che sgorga immediata è: "Ci s'iscrive alla 100 km del Passatore, naturalmente!", come nel mondo anglosassone magari si decide per l'esperienza alla Comrades' Marathon in Sudafrica.
La 100 km del Passatore rappresenta, con i suoi 40 anni di storia, la leggenda delle ultramaratona, se non il Mito, poichè la sua storia - debitamente registrata, attraverso l'instancabile e appassionato lavoro archivistico dei tanti che la portano avanti (e, in testa, a tutti, Elio Pezzi, autore del recente volume "Io c'ero - 1973-2012", frutto di un inestimabile lavoro certosino) che racconta, dando voce ed immagine a tantissimi, i primi quarant'anni della 100 "più bella del mondo").
Chi vuole correre una Cento e vuole cominciare ad entrare in una storia che, di anno in anno, viene registrata e raccontata, chi vuole vivere il Sogno dell'Ultramaratona viene appunto alla Cento del Passatore.
Si verifica così il fenomeno in espansione (e ancora non sufficientemente attenzionato e studiato in termini statistici) dei "neofiti" della Cento, il cui numero - da un anno all'altro - cresce con vigoroso piglio.
Quest'anno, alla chiusura delle iscrizioni, risutavano essere in 884 gli esordienti.
Tra i neofiti ci sono ovviamente podisti di tutte le capacità, da quelli che si iscrivono solo per vivere l'esperienza (senza che il crono finale abbia una grande rilevanza) ai podisti di punta che, pur toccando con mano il fascino potente della corsa, puntano al risultato cronometrico (con le dovute cautele, certo: perchè una Cento e una Cento e non può essere affrontata con le consuete strategie tattiche con cui ci si confronta nella distanza della maratona).
L'anno scorso (edizione 2011), la 100 km del Passatore fu il trampolino di lancio nel mondo degli eletti dell'ultramaratona per Alberico Di Cecco, quest'anno invece ha portato gli spotlight della ribalta a illuminare l'impresa del brianzolo Pietro Colnaghi.
Ma facciamo un passo indietro, alle fasi della corsa.
Al passaggio da Fiesole (al 10° km),, alla testa della corsa maschile compare il terzetto composto dal russo Izmailov, da Giorgio Calcaterra (ormai indiscutibilmente l'Asso pigliatutto della 100 km del Passatore) e dal brianzolo Pietro Colnaghi, esordiente in assoluto nella 100 km su strada e in questa specialissima gara che presenta - rispetto ad una qualsiasi 100 km delle difficoltà aggiuntive connesse al forte dislivello altimetrico da superare.
L'andatura di Izmailov è stata un fuoco di paglia: di lì ha poco ha mollato e ha cominciato a perdere terreno rispetto al tandem Calcaterra-Colnaghi.
Colnaghi, a tratti, nei chilometri successivi, ha sopravanzato sia pure di poco Giorgio Calcaterra, che - dopo l'esordio della salita della Colla - ha preso il sopravvento e ha progressivamente guadagnato terreno, transitando al Passo della Colla 1'50" di anticipo rispetto a Colnaghi che, alla conclusione, diventeranno 7'circa.
Conaghi si è classificato secondo e la sua è stata una gran bella gara, da vincente in ogni caso.
I secondi nelle gare podistiche sono - come alcuni dicono - i primi degli sconfitti e, spesso, nessuno parla di loro.
Alla 100 km del Passatore non è così, perchè tutti i finisher sono dei vincitori.
Quindi, Pietro Colnaghi, secondo classificato e "primo" degli sconfitti, ma vincitore in quanto finisher d'una straordinaria e ben giocata prova d'esordio, merita indubbiamente che qualche parola venga spesa per lui, come fu nell'edizione 2011 per Alberico Di Cecco, secondo classificato, alle spalle di Giorgio Calcaterra, ala chiusura di una splendida ed emozionante gara.
Avendo seguito la testa della corsa e avendo osservato praticamente in diretta Colnaghi e la sua condotta di gara, mi sento di dire senza timre di essere contraddetto che al suo esordio - con il suo impegno e con la sua determinazione - è stato un grandissimo.
Dobbiamo tenere che era alla sua prima esperienza in una 100 km ...e che Cento!
Colnaghi, a mio avviso, perseverando nella specialità 100 km, potrà esprimere grandi potenzialità: ha mostrato di possedere disciplina mentale e capacità di fare senza lasciarsi prendere da facili entusiasmi.
Stile di corsa molto compatto ed economico, tra l'altro.
E' stato per quasi metà gara in tandem con Giorgio Calcaterra, eppure quando è stato distanziato - approssimandosi al Passo della Colla - non si è perso d'animo, non ha mollato e ha continuato con il suo passo.
E Pietro Conaghi, poi, fa anche un mare simpatia, con la sua riservatezza (che si smolla però in un sorriso al momento giusto, ma non in corsa!) e con il suo look che è un po' a metà strada tra il piratesco e il "forrest gump".
Decisamente,ha mostrato di possedere uno stile che é piaciuto a molti!
Gli auguro di compiere molte altre imprese di ultramaratona!!!
scrivi un commento …