Si è svolta il 24 marzo a Putignano la prima edizione della 6 ore di San Giuseppe, su di un circuito cittadino di 1280 metri e si crea nel luogo, con lo spettacolo di oltre 130 atleti accorsi da ogni parte dell'Italia - persino dalle isole - di cui 45 esordienti il fenomeno dell’ultramaratona.
(Luigi Delfino) Emil Zátopek, recordman cecoslovacco delle maratone olimpiche degli anni ’40 e ’50, un giorno disse: “Se desideri vincere qualcosa, puoi correre i 100 metri. Se vuoi goderti una vera esperienza, corri una maratona”.
Chi corre sa che è proprio così. Le gare brevi su pista godranno pur sempre delle luci della ribalta rispetto alle maratone, ma l’entusiasmo che regalano queste ultime non ha pari.
Il pubblico ne è testimone.
Così come è avvenuto lo scorso 24 marzo a Putignano, dove si è corsa la prima 6 ore di San Giuseppe.
Oltre 130 atleti accorsi – è proprio il caso di dirlo – da un po’ tutta Italia, isole comprese. Forse anche richiamati dal fatto che a Putignano, ormai da tempo, si infrangono record di ogni tipo. Ultimo fra tutti, il nuovo record italiano nelle 24 ore su tapis roulant (220,280 Km) recentemente messo a segno da Vito Intini.
Se una maratona comporta un’accurata preparazione, ricerca di continui stimoli e una sapiente gestione delle energie, un'ultramaratona di 6 ore richiede tutto ciò elevato all’ennesima potenza.
Un circuito cittadino di circa 1280 metri attraverso le viuzze del centro storico cittadino, con continui cambi di direzione, passo e pendenza e il timore che la spia della riserva, da un momento all’altro, si metta a lampeggiare con tutto ciò che ne consegue. In una 6 ore i punti di riferimento sono davvero pochi.
Non c’è alcuna distanza da raggiungere e il percorso si tramuta in un giro di lancette da ripetersi all’infinito, fino allo scadere delle fatidiche sei ore.
Decisivo, a questo punto, il compito dello speaker, Paolo Liuzzi, in grado di scandire, in maniera mai troppo scontata, gli sviluppi di una gara che ha visto una sorprendente partecipazione di pubblico.
Centinaia di persone che cercavano di guadagnare spazio fra le transenne per assistere ad uno spettacolo che non ha ancora avuto precedenti in Puglia.
Ben 134 atleti al traguardo, di cui 45 alla loro prima Ultramaratona (il 33,5%). La metà degli atleti che hanno preso parte alla gara erano alla loro prima 6 ore di gara.
A quanto pare, le gare sulla lunghissima distanza stanno raccogliendo sempre più adepti. E i piazzamenti dei debuttanti sono di tutto rispetto: tra i primi 18 classificati troviamo ben 8 atleti alla loro prima Ultramaratona, arrivando a superare almeno 65 Km.
Nella gara maschile, a prevalere su tutti, è stata la serafica compostezza della falcata di Cosimo Manigrasso, della Marathon Massafra, con 77,943 km percorsi. Distanziato di poco più di un km, Andrea Accorsi della ASD Podistica Lippo Calderara (76,024 km). Terzo, Vito Intini - l'uomo di Putignano - con 75,520 km.
Tra le donne ha primeggiato Monica Barchetti della ASD Podistica Calderara (69,501 km) che la ha spuntata su Luisa Zecchino della Podistica Massafra (68,706 km), mentre l’atleta locale Emma Delfine della Nadir on the road guadagna il terzo gradino del podio (66,488 km). Nella classifica regionale IUTA, il primo posto degli uomini è per Vito Intini e Luisa Zecchino per le donne.
Rispetto alla categoria di appartenenza, gli atleti locali si sono così piazzati: 3° categoria M40 Cristian Chiapperino, 1° categoria M45 Roberto Giannandrea, 3° categoria M45 Giuseppe Magnolia, 2° categoria M55 Giuseppe Maggipinto, 2° categoria M60 Vito Recchia, 2° categoria M65 Michele Cosacco, 2° categoria F45 Marcella.
E' stata una prima edizione di un'ultramaratona che ha fornito, oltretutto, importanti conferme sul potenziale organizzativo della ASD Putignano, che si è fatta trovare pronta a promuovere e gestire, con puntiglio, un evento sportivo del tutto inedito per la nostra regione.
Molto apprezzata l’accoglienza riservata agli atleti, così come hanno suxcitato soddisfazione i punti ristoro disseminati lungo il percorso.
Al riguardo è da notare la sottile ironia di un’impresa specializzata nella elaborazione dei marmi per tombe funebri locale che ha allestito un banchetto per il rifornimento durante la gara, con tanto di scritta: “L’ultima cena”.
Per descrivere l’atmosfera che è venuta a crearsi durante la 6 ore, c’è chi addirittura, fra un giro di percorso e l’altro non si è nemmeno risparmiato un cicchetto e un giro di valzer.
Alla fine, tutti a far festa con il pasta party dove sono stati serviti manicaretti locali come orecchiette con le cime di rapa, pasta alla crudaiola, frittelle con ricotta forte e patate novelle.
Potete immaginare quante calorie si brucino in 6 ore di gara.
Chissà che appetito avrà avuto Cosimo Manigrasso, il vincitore. Ma, con lo stupore di tutti, ecco Cosimo accontentarsi solo di due mele.
A far da cornice alla gara, uno spettacolare carro di carnevale, ammirato con stupore dagli atleti giunti da lontano.
Anche da parte di Silvana, una podista giunta in treno dalla lontana Udine, apposta per la 6 ore di San Giuseppe e accortasi, suo malgrado, alla vigilia della gara, di aver smarrito le lenti a contatto.
Come fare? Entrata nel primo negozio di ottica, ha supplicato il titolare di procurargli le lenti perché altrimenti non avrebbe potuto correre un’importante gara.
“Quale gara?” chiese incuriosito l’ottico. “Non sarà per caso la 6 ore di San Giuseppe? La corro anch’io!”.
Ecco fatto, contagio avvenuto. Se ne parlerà a lungo, almeno fino alla prossima edizione.
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