(Elena Cifali) Non si parla mai abbastanza di donne.
Di pochi giorni fa la notizia di una donna runner aggredita a Milano mentre faceva la sua corsetta giornaliera lungo il Naviglio.
Ancora una volta una donna é stata presa di mira nel momento in cui le era più difficile difendersi.
Bisognerebbe applicare delle punizioni esemplari per chi commette di questi crimini.
Ma per fortuna le donne non si arrendono.
Loro sono capaci di affrontare con dignità ogni difficoltà pur di correre, pur di fare ciò che le rende felici ed appagate.
Io, donna tra le 78 donne che oggi hanno tagliato il traguardo alla Maratonina della città di Siracusa.
78 donne e ben 490 uomini, siamo sempre in minoranza: una minoranza schiacciante la nostra, potremmo subire il “peso” di così tanti uomini che a gambe levate molto spesso ci fanno mangiare la loro polvere.
Ed invece no! Noi tagliamo il traguardo con tale fierezza e con tale passione che sembra, di volta in volta, che siamo state noi le vincitrici assolute.
Non è semplice districarci tra la famiglia, i figli e spessissimo anche il lavoro. L’hobby della corsa richiede ore e ore di allenamento e sicuramente di tempo ne abbiamo meno rispetto ai nostri colleghi di sesso opposto.
Ma oggi le donne hanno vinto in tante città d’Italia, lanciando un messaggio forte: Noi - ci - siamo!
Noi ci siamo e per ognuna di noi che viene aggredita nel parco mentre corre altre mille si vestono di bianco e vanno a correre con lei e per lei, perché dimenticare questi crimini sarebbe un crimine ancora più grande.
Noi donne, dignità, fierezza, spirito di sopportazione e sacrificio, ecco cosa siamo.
A Siracusa, in occasione della Maratonina di Archimede (che si è svolta il 9 novembre 2014) tra le tante amiche una ha colpito il mio animo in maniera particolare, aprendomi il suo cuore, spalancando le porte della sua interiorità: Luisa Risino.
Luisa, conosciuta su FB qualche settimana fa, tutte le sere non manca di darmi la buona notte e dirmi qualche parola gentile.
Oggi l’ho conosciuta di persona poco prima della partenza. Una donna stupenda, senza limiti, immensa nel cuore e nello spirito. L’ho rivista tre ore dopo, mentre passava il gonfiabile, braccia in alto, e urlo finale di liberazione.
Luisa ce l’ha fatta, nonostante gli acciacchi, nonostante le mille difficoltà ha vinto se stessa, ha combattuto i suoi demoni e alla fine ha portato a casa la sua medaglia.
Medaglia intrisa di sudore e di fatica, di passione e di soddisfazione. Una medaglia che sono sicura metterà al collo dei suo figli che sono la sua linfa.
In Luisa ho sempre creduto, le ho dato la giusta dose di coraggio, quel coraggio misto a incoscienza che fa di una donna una grande donna.
Luisa, io, le altre 76 donne di Siracusa e tutte le donne runner sparse nelle varie città d’Italia, vestite di bianco abbiamo gridato forte che noi ci siamo. Noi contro la violenza sui di noi e su ogni essere.
Coraggio, la nostra battaglia è appena iniziata, abbiamo allacciato strette le scarpette, siamo pronte a fare chilometri proteggendoci a vicenda non permettendo a nessuna di farci del male.
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