Ecco il nuovo racconto di "Diavolo Rosso", Vitaliano Grassi: è la cronaca di un'altra giornata trascorsa con Tista che viaggia con regolarità ed immutato entusiasmo verso il traguardo dei 3000 km (la giornata è il 31 maggio 2011): Tista procede al galoppo verso i tremila ed è in ottima salute.
Come sempre la giornata di "viaggio" è scandita da incontri, da gustosi episodi, da piccole conversazioni argute e anche da molti silenzi: è la vita che è così. E Tista, assieme al suo cronista, la sa prendere bene con la giusta dose di spirito e di freschezza quasi fanciullesca, malgrado la sua età anagrafica. Forza Tista!
Sarà licenziata, non troverà più lavoro da nessuna parte, non aveva mai sbagliato, agli appuntamenti era sempre precisa; lui si fidava ciecamente di lei e invece … nonostante tutto lo ha tradito.
Non si fanno simili scherzi, stamattina si è comportata male, non ha suonato la sveglia del mattino e Tista… si è addormentato.
Questo l’epilogo che si è consumato stamane quando alle 2,45, ho iniziato a bussare alla porta della stanza al terzo piano dell’albergo Lovere senza ottenere alcuna risposta. Ho ribussato piano, niente da fare. Ho digitato sul cellulare il suo numero e finalmente si affaccia alla porta intorpidito dal sonno dicendo: “E’ colpa sua, non ha suonato, è la prima volta che succede”.
Non c’è da meravigliarsi: succede anche all’operaio, al tranviere, all’impiegato. Il loro ritardo verrà detratto dalla busta paga, ma il ritardo di Tista… non sarà certamente demonetizzato: lui non deve timbrare il cartellino, ma vuole essere preciso e per lui c’è tolleranza è zero: una cosa simile non dovrà succedere più. La sveglia imputata sarà sostituita con una nuova e tutta colorata: lei sa però … che non dovrà sbagliare mai.
Non importa! La nostra partenza è ritardata solo di sette minuti, alle 3,22 siamo già in strada per iniziare la nostra giornata che non sarà di otto ore come prevede il contratto dei metalmeccanici, poiché il nostro è un contratto speciale: “Sono undici ore e gli straordinari … figurati se te li pagano, ma noi abbiamo firmato lo stesso.”
Una mattina silenziosa: nessuno parla, sarà perché il piccolo imprevisto ha modificato l’umore; il fatto è che ognuno è assorto nei propri pensieri e preferisce non dire niente. Solo alle cinque e trenta dopo aver sentito solo il chicchiriare dei galli, ed è la prima volta che per tutto questo tempo abbiamo assistito ad un concerto… senza pagare, io inizio a fare le prime battute.
Al mattino presto non puoi cominciare con un trattato di filosofia e allora… punto ancora una volta “su di loro”, come nelle barzellette più spiritose, ma stavolta barzelletta non è, perché è successo davvero a me.
Stamattina, arrivato a Marone, una paletta fosforescente si agita e mi indica di fermarmi: sono loro, ancora una volta i carabinieri.
“Favorisca libretto e patente”, mi dicono con la loro frase fatta.
Fosse facile alle 2 di notte trovare tutto in un battibaleno. Scendo dalla macchina e vestito come sono, tanto che un “Fantozzi si spancerebbe dalla risate”, comincio a rovistare nella borsa.
Pila in testa, Buff al collo, fischietto legato alla macchina fotografica e divisa da ciclista “della notte”. Certo non si spaventano ma si chiedono: chi è sto qua.
Capiscono che non vado sicuramente a compiere una rapina e mi chiedono divertiti: “A quest’ora, dove va conciato così?”
In due parole spiego la mia destinazione e subito chi ho dinnanzi guardando il collega, si toglie il regolamento dalla sua divisa e,forse conoscendo la storia mi dice: “Allora va di fretta?”
Rispondo di si, annuendo solo col capo.
“Vada, vada, non perda altro tempo", e mentre salgo in macchina la loro paletta è già pronta per fermare qualcun altro che sta arrivando.
La novella è piaciuta e Marchesi comincia a sciogliersi.
Si scioglie di più appena intravede la solista della passeggiata mattutina, ma stavolta non è sola, è accompagnata da Francesco, il pensionato dubbioso come San Tommaso che è venuto a ficcare il naso apposta per chiedere : “Ma quando el piöf, val lo stes?”
Nessuna risposta, è inutile rispondere, un sorriso fa comprendere a Francesco ciò che voleva sapere.
Marinella, Francesco, sulla ciclabile in zona Piamborno.
Arriviamo poco dopo la galleria di Cividate Camuno sulla strada sterrata quasi terminata, dove incontriamo gli operai che hanno contribuito alla realizzazione di questo tratto. Non hanno mai ostacolato il nostro passaggio anche quando era rischioso transitare, ed ora che tutto è finito, hanno voluto “tagliare il nastro” con Tista che è stato il primo ad avere l’onore di calpestare questa nuova via.
Prima e dopo il termine dei lavori. Inaugurazione sportiva dell’opera Terminata con -mazzata finale-.
Durante il ritorno appena ripartiti da Losine, sul sentiero accidentato e sassolato giù nel fiume, il rumore del solito elicottero in servizio per i lavori al castello di Breno distrae il Marchesi, che dopo una brutta inciampata, solo per la sua abilità gli permette di mantenere l’equilibrio senza cadere, ma la battuta è obbligatoria in questi casi: “So mbogat [inciampato]” esclama sbuffando, e per fortuna che non è successo niente.
Questa "strabangolata" gli risveglia l’umore e la voglia di parlare: “Certo che ne troviamo di svitati sul percorso, da quello che fa ginnastica che sembra un ragno a quello di stamattina che correva gesticolando con le braccia come fossero tergicristalli, a quello che ti passa vicino col cane, non sorride, non saluta, ma guarda con aria sospettosa e prosegue per la sua strada. Forse - dice Tista - questo ha appena litigato con qualcuno e non gli è ancora passata”.
Non posso non rispondere a questa battuta: “Non sarebbe opportuno farci un esame di coscienza anche tra di noi, cosa credi che pensino gli altri vedendo uno come te che corre e uno come me in bici che ti segue come il cane segue il suo padrone”?
“Hai ragione, mi risponde, facciamo finta di niente”.
A questo punto ne approfitta per fermarsi un attimo, non per riposare, anche perché ogni sua fermata e lo voglio ricordare, il suo orologio Garmin riparte con 15 metri di scarto in difetto, pertanto, meno si ferma meglio è.
Con aria circospetta mi dice: “Vedi se arriva qualcuno, fai la guardia”.
Dal mio zaino preleva un tubetto di crema e si capisce che deve fare una operazione - molto personale.
Ha ragione, ognuno ha la propria intimità e spalmarsi la crema in certe zone del corpo sulla strada, può creare attimi di imbarazzo, sembra che uno si stia sfrucugliando i suoi faraglioni che non assomigliano certamente a quelli di Capri.
L’operazione terminata con successo senza che il nemico abbia potuto osservare la scena; ci accorgiamo che nel sacchetto dei viveri due panini sono stati completamente bagnati da una perdita di acqua della borraccia.
Potrebbe rivelarsi un guaio, perché la scorta di viveri non deve mai mancare. Abbiamo rimediato grazie al Check-point istituito per agevolare i rifornimenti.
Abbiamo imparato stavolta, che i panini vanno avvolti in carta stagnola per evitare questo inconveniente,quindi niente tovaglioli di carta.
Oggi siamo fortunati, un regalo ci viene offerto dal Sior Mario che tutti i giorni ci aspetta per il saluto, ha preparato per noi una borsa di ciliegie che sono risultate provvidenziali per il nostro ritorno.
Dopo l’assaggio delle ciliegie, vorrebbe farsi un giro in treno tentando di fare il “trenostop” ma gli dicono che non si può fare, è proibito; non gli resta che tornare di corsa nel suo albergo a Lovere.
In fondo pensa lui, posso farcela benissimo a ritornare con le mie gambe, non credo di poter essere rottamato come del ferrovecchio e non sono neppure da buttare.
Siamo quasi alle battute finali: capisce di aver macinato ancora una volta i suoi quasi ottanta chilometri giornalieri e, sfogatosi con le sue gambe, ora vuole sfogare anche la sua lingua che solitamente non è molto loquace.
Ieri è arrivato il medico che mi ha visitato per la seconda volta ed ha confermato il mio ottimo stato di forma.
Verso le quattro del mattino, sono giunti dalla Università di Verona anche i due ricercatori per la rilevazione dei dati sul mio metabolismo e sulla biomeccanica: mi sono sottoposto quattro volte ai test con una mascherina, ad orari intervallati.
Mentre stava concludendo il discorso, vediamo una signora che ci rincorre trafelata col sorriso sulle labbra: pensiamo di aver perso qualche cosa e, invece, vuole solo sapere: “E’ proprio lei quello di cui si è parlato a RAI2?”
Dopo i suoi complimenti che hanno scosso Tista, sull’onda della commozione mi confida che ieri una ragazza appena operata di cuore ha corso con lui 17 km e che domenica ha fatto una corsa in montagna.
Questo dimostra quanto lo sport possa aiutare a recuperare la salute meglio di qualsiasi altra cosa.
In definitiva, la sua corsa giornaliera non è fine a se stessa, ma contempla anche risvolti umani che Battista Marchesi sa valorizzare provando su se stesso tante soddisfazioni, ma pure tante amarezze. Ogni giorno un incontro, tante storie che si possono raccontare ed altre invece che rimarranno solo nella sua memoria e che non racconterà mai a nessuno.
Angolo delle curiosità. Dopo oltre duemila chilometri percorsi, Tista, avrebbe dovuto perdere le braghe, invece, dei 66 kg accusati il ventisei aprile scorso, ora ad un controllo se ne riscontrano sessantadue.
Chi avesse intenzione di praticare una dieta diversa da quelle pubblicizzate, dovrebbe provare la “dieta del Tista”: costa poco in denaro, ma costa tanto in “fatica”.
Giorgio, un amico del CAI mi chiede: “Chissà quanto berrà il tuo amico in 11 ore”.
Adesso che il caldo non è eccessivo, siamo ad un consumo di circa cinque litri di acqua al giorno, in seguito, ci sarà sicuramente un aumento notevole. Oggi ad esempio, quasi non si vedeva il sudore sulla sua fronte, la giornata era ventilata e la temperatura ideale per poter dare il meglio senza sprecare il massimo delle energie.
Vedi qui le foto della nuova giornata di Tista (foto, come sempre, realizzate da Vitaliano Grassi)
Battista Marchesi 19.100. Tista si avvicina ai 3000 km percorsi
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