Una podista che ha partecipato alla 12^ - ed ultima - edizione della Maratona del Custoza a Sommacampagna segnala di essere stata derubata di alcuni suoi effetti personali che aveva lasciato all'interno dell'auto posteggiata nel parcheggio riservato ai runner.
Un fatto indubbiamente deplorevole ma di cui non c'è poi tanto da sorprendersi, considerando la crisi dell'economia, la quantità di persone costrette ad arrangiarsi e soprattutto il generale allentarsi dei freni morali, in parte scaturenti dai pessimi esempi educativi e pedagogici trasmessi dai media e dai tanti "cattivi" maestri a piede libero.
Ed è anche chiaro che, laddove si verificano assembramenti umani importanti - come è nel caso della Maratona sopracitata che ha raccolto un migliaio e passa di podisti - vengono attratti i profittatori e i ladruncoli pronti a cogliere l'occasione al volo.
Come ben si sa oggi si è svolta l'ultima maratona del Custoza...Bellissima maratona e mezza se non fosse per il fatto che, nel parcheggio riservato dall'organizzazione ai runner partecipanti alla gara, ignoti hanno fatto razzia di oggetti d'ogni tipo (portafogli, cellulari, e addirittura abiti, scassinando un buon numero di auto presenti e portandosene via addirittura una.
Come chi va a queste manifestazioni da sola, senza avere con sè qualcuno cui affidare la custodia dei suoi oggetti e beni? Si porta addosso tutto? Oppure deve lasciare i suoi beni nel baule dell'auto, ben nascosto? Ma, questa volta, ai derubati l'aver ben nascosto il portafoglio non è servito a nulla!
Io sono stata uno dei derubati. Spero che questa mia esperienza sgradevole possa aiutare anche altri a non vivere l'esperienza dell'essere derubato. Anche i parcheggi a pagamento difficilmente sono sorvegliati ...La mia raccomandazione: non lasciate nulla nemmeno abiti all'interno dell'auto...
Io direi che è il mondo ad essere dominato da ladroni e profittatori: del resto il proverbio popolare recita - non a caso - "L'occasione fa l'uomo ladro".
I latrocini e le ruberie sono sempre avvenuti da che mondo e mondo: i ribaldi e i vilain non manheranno mai. C'è ben poco da fare, salvo ad incappare - ma sempre più di rado - in luoghi frequentati da onesti ed impeccabili cittadini, come mi è capitato di constatare a Messina, quando dopo una sosta in un bar sono stato inseguito da uno dei suoi lavoranti che mi ha riportato la mia macchinetta digitale dimenticata sul tavolo. Magari, in un altro posto, se la sarebbero intascata senza farsi tanti problemi e, se io fossi tornato indietro a reclamarla, avrebbero negato di averla mai vista.
E la regola doversi guardare costantemente e allenarsi, purtroppo, ad avere uno sguardo sempre carico di diffidenza nei confronti dei nostri simili.
Ciò che dispiace veramente è quando simili episodi si verificano in concomitanza di un evento sportivo, perchè - in qualche misura - ne va di mezzo l'organizzatore stesso.
Ci sono alcuni che, derubati in simili circostanze (come nel racconto sopra citato), non esiterebbero ad incolpare l'organizzatore della gara podistica, ritenendolo responsabile di omissioni gravi (per esempio, in questo caso, la mancata sorveglianza del parcheggio).
Ma che dire poi di quelli che, senza rubare portafogli e altri beni personali dei partecipanti ad una gara, rubano egualmente, approfittando della buona fede e della fiducia degli organizzatori?
Non sono dei ladri anche costoro?
Quelli che, per esempio, alla distribuzione dei pacchi-gara passano dal gazebo o dal tavolo appositamente predisposto dallo staff per due volte, ritirando quindi due pacchi-gara, oppure quelli che alla fine della loro competizione passano più volte dall'addetto alla distribuzione delle medaglie per potere disporne di più di un esemplare da regalare poi ad amici e parenti.
Questi sono fatti realmente accaduti: come, appunto, è accaduto alla conclusione della 3ì edizione della 6 ore dei Templari, appena qualche giorno fa, quando gli organizzatori si sono trovati improvvisamente a corto di medaglie, proprio a causa dei furbacchioni e dei profittatori di turno.
Sono dei comportamenti odiosi perchè innanzitutto ledono gli altri runner che non possono più fruire di una cosa che spetta loro (perchè - con la quota d'iscrizione - l'hanno per di più pagata), ma sopratutto perchè danneggiano l'immagine degli organizzatori stessi che poi da quei podisti lesi appunto nella fruizione dei loro diritti (sacrosanti) vengono immediatamente accusati di scarsa efficienza.
Stesso discorso si potrebbe fare per quelli che usufruiscono a dismisura del ristoro finale (per sé e per i propri accompagnatori), lasciando gli ultimi arrivati a bocca asciutta.
Molti sono pronti come sempre ad accusare gli organizzatori che, ala fine, vengono obbligati ad assumere il ruolo di capro espiatorio e che, per prevenire, si trovano costretti ad adottare misure poliziesche di sorveglianza e di contabilizzazione burocratica.
E ci sono poi altre forme di furto più sottili che macchiano le virtù sportive ed agonistiche dei tanti: sono quelle messe in atto dai cosiddetti "sarti" e tagliatori varì che pur di salire di qualche posto nella classifica generale non esitno a mettere in atto strategie fraudolente e ad "abbuonarsi" porzioni più o meno cospicue del percorso di gara.
Cosa fare? Contro i furti perpetrati da terzi, cioè da persone estranee alla manifestazione e che ronzano attorno all'assemmbramento per pescare nel torbido, ben poco.
Per tutti i peccatucci veniali, invece, si può fare tanto con l'esempio, con una maggiore sorveglianza reciproca e applicando un forte senso di responsabilità, evitando invece iquei comportamenti in cui - per quieto vivere - si fa finta di non vedere: in modo tale che ciascuno pigli soltanto ciò che gli spetti, senza danneggiare gli altri.
Se cresciamo tutti, anche i furti messi in atto dai "topi d'auto"si ridurrebbero significativamente, senza dimenticare che, a volte, le responsabilità vanno cercate nel vicino, piuttosto che nel lontano.
Tanto per citare un esempio, in un prestigioso club sportivo della mia città, gli oggetti lasciati incustoditi negli spogliatoi - persino gli abiti soprattutto se griffati, finanche le calzature e i capi di biancheria intima - vengono allegramente depredati negli spogliatoi, costrigendo le malcapitate vittime ad andarsene a casa in costume da bagno: eppure, si tratta di un circolo prestigioso frequentato - in teoria - dalla gente migliore che meno di altre avrebbe la necessità di indulgere a simili pratiche, soprattutto perchè non è spinta dal bisogno.