Domenica 3 marzo si terrà all'Aprica (Sondrio) la 4^ edizione della Corsa a Piedi Nudi sulla Neve.
La gara - indubbiamente singolare - è nata da un'idea di Maurizio Cavagna, autore di un articolo recentemente comparso su ActionMagazine (di cui includiamo in basso l'incipit) per ricordare la tragica Ritirata di Russia.
Una corsa lungo un anello di un chilometro e mezzo da percorrere a piedi nudi sulla neve. Lungo la pista, saranno collocati alcuni punti di ristoro per i piedi, come coperte e tappeti.
Perché mai si dovrebbe aver voglia di correre a piedi scalzi sulla neve?
Per provare qualcosa di nuovo in questo mondo in cui nulla si vuole intentato? Forse. Ma questa volta il fine è più edificante e nobile. Con questo gesto si vuole ricordare e raccontare la sofferenza e la morte dei soldati in Russia durante la ritirata da Nikolajevka. Il 16 gennaio 1943, giorno di inizio della ritirata, il Corpo d'Armata Alpino contava 61.155 uomini.
Dopo la battaglia di Nikolajewka si contarono 13.420 uomini usciti dalla "sacca" del Don, più altri 7.500 feriti o congelati. Circa 40.000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. La neve non era più bianca, ma rossa di sangue, come ha scritto Rigoni Stern che ha vissuto sulla sua pelle quei tragici momenti.
L'iniziativa "Impronta Coraggio" di Maurizio Cavagna in collaborazione con il Comune di Aprica è volta a fare memoria su una delle vicende più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale, prendere maggiore coscienza dei conflitti tuttora in corso riflettendo sui significati della guerra e della pace: capire il passato, agire il presente e dirigersi verso il futuro che si desidera.
"Ricordare per capire: Nikolajevka insegni" è l'evento con carattere storico, sportivo e culturale che sabato 2 e domenica 3 marzo si terrà ad Aprica aperto a tutti, bambini e adulti. «L'evento principale è la corsa a piedi nudi sulla neve, da svolgersi su un anello di 500 metri da percorrere tre volte - spiega Cavagna -. Lungo il percorso la pista offre alcuni punti di ristoro per i piedi, con coperte e tessuti adagiati sulla neve. Prima e dopo la gara sono previsti due momenti collettivi al coperto per la preparazione al freddo, la tutela della salute dei piedi e l'ascolto delle proprie sensazioni ed emozioni. I primi passi a piedi nudi sulla neve risalgono al gennaio 2006. Da episodio individuale ora l'appuntamento è diventato itinerante. Itinerante come sono le guerre odierne, nelle varie parti del mondo».
Fino ad ora questa manifestazione non ha avuto nessun tipo di sponsorizzazione e di finanziamento perché la due giorni si rifà ad una guerra, il fatto di non aver nessun tipo di sponsorizzazione visiva ha il significato simbolico che nessuna guerra deve avere uno sponsor ovvero nessuno deve guadagnare con la morte di altre persone.
«Oggi tutto è messo sotto la luce del denaro e di uno sponsor - prosegue -. Si vuole offrire invece un'altra via di scambio che è appunto la gioia di dare e di ricevere. Uno degli insegnamenti che la Ritirata di Russia trasmette è proprio questo: tante donne russe hanno dato ospitalità e cibo ai nostri soldati, salvandoli, senza che fosse l'uso del denaro a mediare. Sono partito da un evento tragico, la guerra, ma ritengo sia importante non soltanto ricordare e prendere consapevolezza degli orrori, ma anche del potere che ognuno di noi ha per contribuire ad un benessere reciproco, per scegliere in ogni momento, se andare nella direzione della vita o del dolore».
Di corsa sulla neve come nella campagna di Russia di Maurizio Vittorio Cavagna (Fonte: ActionMagazine)
Nel gennaio 2006, durante una sosta in montagna, mi venne voglia di provare cosa potevano aver sentito i nostri soldati durante la tragica Ritirata di Russia, avvenuta nel gennaio 1943. Mi ricordavo di aver letto nell’adolescenza che il grande freddo fu il vero nemico in quella guerra. Stavo tornando da un giro a piedi verso il Passo dei Laghi Gemelli, in alta Val Brembana, e in quello scenario bianco, presi la decisione: mi tolsi scarponi e calze, e cominciai a correre giù per una strada innevata. Non pensai a niente, solo a resistere, non misi nemmeno in discussione la cosa, dovevo farcela così come alcuni soldati erano riusciti a farcela, anche se chiaramente la situazione era ben diversa.
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