(Maurizio Crispi) Pietro Colnaghi, 2° classificato alla 100 km del Passatore 2012 (40^ edizione) è stato squalificato per doping (in quanto nelle urine è stata riscontrata una positività per Prednisolone). Si è ora in attesa del risultato delle controanalisi, ai fini della validazione del verdetto della Giustizia sportiva.
Colnaghi afferma che, una settimana prima, della gara aveva fatto delle infiltrazioni per problemi all'anca, ma che - per leggerezza o ingenuità - non l'aveva preventivamente dichiarato al controllo anti-doping, esibendo a supporto una certificazione medica rilasciata dal medico che l'aveva avuto in cura.
Il dato di fatto dell'assunzione di un farmaco c'è e le controanalisi di cui si attende il risultato, quindi, valideranno il risultato prima emesso.
Questo fatto dispiace, anche perchè Pietro Colnaghi, come atleta esordiente nela 100 aveva colpito tutti per la sua serietà e per lasua determinazione ad andare eventi: ed era sembrato - come sicuramente è - un atleta portatore dell'idea dello sport pulito.
Aveva anche colpito - nella sua condotta di gara - che a differenza di tanti (anche tra i top runners) che vengono supportati dal proprio team con auto o con moto al seguito, lui avesse condotto la sua gara con le proprie forze, dall'inizio alla fine.
Ci si augura che l'episodio trovi qualche soluzione/chiarimento e che, soprattutto, Pietro colnaghi non interrompa le sue sperimentazioni in ultramaratona, visto che, con la sua prima prova d'esordio, ha dimostrare di possedere una buona tempra di ultrarunner.
E' sempre misura prudenziale, in caso di controlli antidoping, dichiarare preventivamente con il supporto di una certificazione medica, qualsiasi terapia tu abbia fatto nelle immediate adiacenze di una gara, specie se è stato necessario il ricorso a farmaci i cui principi attivi sono inclusi nelle tabelle. Quindi (è questo è un suggerimento soprattutto per gli atleti di punta), prima di una qualsiasi gara, occorre sempre informarsi con il proprio medico di fiducia se i farmaci eventualmente assunti rientrano tra quelli delle tabelle anti-doping.
Forse Colnaghi, che francamente non mi sembra tipo da doping, non pensava che sarebbe stato tra i primi e magari nessuno l'aveva avvisato del rischio di poter essere considerato positivo ad un controllo anti-doping, dopo aver fatto una terapia a base di cortisone, subito prima della gara.
Altra cosa è l'uso sistematico di certi farmaci fatto da certi atleti (e non solo di punta) a scopo "preventivo", sulla base del ragionamento: prendo un analgesico-antinfiammatorio prima della partenza in modo da dover soffrire di meno in corso di gara e avere già in corpo un farmaco che esericita un'azione infiammatoria e che, essendo già presente, minimizza determinati inconvenienti". Oppure quello secondo cui si assume "prima della gara" un farmaco antidiarroico per prevenire eventuali scariche di diarrea e problemi intestinali di questo tipo.
Il principio assiomatico è il seguente: i farmaci (anche quelli in cui è possibile praticare forme di terapia auto-gestita) devono essere assunti per curare dei sintomi presenti, o per risolvere delle malattie.
Tutti gli altri usi sono degli "abusi", nel senso che il farmaco diventa soltanto una "panacea" che viene assunta soltanto come supporto alla propria performance: e, dunque, tali farmaci - in quanto sostanze chimiche "performanti" - rientrano a pieno diritto nell'accezione più ampia di doping (non quella regolata dalle normative e dalle relative tabelle).
E di persone che ragionano così e che compiono quotidiniamente questo tipo di "abuso", ce n'è una marea soprattutto tra gli sportivi "amatori" che sovente amano fare i "piccoli chimici" per migliorare la propria prestazione, con ogni tipo di sostanze chimiche, anche soltanto sulla base del sentito dire.
E pertanto, solo chi è senza peccato scagli la prima pietra...
Io, personalmente, mi sentirei di scommettere sulla buona fede di Pietro Colnaghi: mi è sembrato uno pulito.