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18 settembre 2012 2 18 /09 /settembre /2012 18:16

Opening Ceremony del Mondiale 24 ore di corsa su strada 2012 - Foto di Maurizio CrispiQuello che segue è un articolo di Claudio Bernagozzi sulla prestazione di Monica Barchetti e Andrea Accorsi, i due Bolognesi (di Crevalcore) che hanno gareggiato con i colori della Nazionale Italiana ai recenti Campionati Mondiali ed Europei delle 24 ore, corsi l'8/9 settembre a Katowice (Polonia).

(Claudio Bernagozzi) Il sogno per tutti gli atleti, inutile nasconderlo, è quello di vestire la maglia Azzurra.

E quel sogno, per Andrea Accorsi, si è finalmente trasformato in realtà e togliere l’amata tuta del Calderara Tecnoplast, per mettere quella color cielo della Nazionale al Mondiale ed Europeo delle 24 ore corso in Polonia, non è mai stato così bello; lo ha fatto anche la sua compagna di vita e di colori Monica Barchetti, anche se per lei era la 4a convocazione. I ragazzi, dopo la pausa del Mondiale delle 24 ore di Katowice (Polonia), sono tornati al loro lavoro ed alla loro tanto adorata Crevalcore, che si sta sforzando di rialzarsi dopo il sisma che ha provato a piegarla, senza riuscirci.

Abbiamo incontrato Monica e Andrea dopo un allenamento.

“E’ stata una gara molto faticosa – apre Andreain un posto stupendo sono riusciti a ricavare un tracciato purtroppo duro e con lunghi tratti su autobloccanti, cosa che ha messo in difficoltà molti di noi. Sarà un caso che a vincere sia stato Morton, specialista delle Ultratrail? Ma il percorso era uguale per tutti ed è su quello che ci siamo sfidati”

Quest’anno sono state ben 35 le Nazioni partecipanti, Africa compresa, con 248 Atleti al via; Monica e Andrea hanno sfilato venerdi 7 con gli altri 15 compagni di avventura.

Per me era la 4^ volta – interviene Monicama l’emozione è sempre forte: quest’anno poi sono stata nominata Capitana e quindi è stata ancora più grande. Sapevo di essere in forma ma il risultato finale è andato oltre le mie più rosee aspettative”

Per la cronaca Monica si è migliorata in maniera incredibile, portando il suo PB dai 187,770 km di Seoul ai 210,640 km di Katowice, prestazione che nella sua categoria (W40) le regala il 3° posto in Europa ed il 4° al Mondo.

Monica Barchetti e Andrea Accorsi. Opening Ceremony del Mondiale 24 ore di corsa su strada 2012 - Foto di Maurizio CrispiAndrea invece ha percorso 229,690 km, a soli 2 km dal suo PB, distanza che, nella sua categoria (M45), lo colloca al 9° posto a livello europeo e all’11° in quello mondiale.

La squadra maschile si è piazzata al decimo posto nel Mondiale e all’ottavo nell’Europeo, mentre la femminile ha concluso all’ottavo posto nel Mondiale e al settimo nell’Europeo.

Il resoconto completo e dettagliato in un precedente articolo ufficiale lanciato da Stefano Scevaroli e pubblicato sul sito della IUTA e su altre testate online, nella sua veste di  Coordinatore Tecnico federale Ultramaratona.

“Bisogna comunque dire – precisa Andrea - che per guai fisici sono purtroppo venuti a mancare le due punte diamante della spedizione, come Ivan Cudin e Monica Casiraghi, che stavano facendo una gran gara. Tutti noi abbiamo fatto più del possibile per onorare la maglia e infatti sono crollati due ns PB e ben 4 sono stati sfiorati”

“Questi primi 9 mesi sono stati per noi molto difficili – ci confidano Monica e Andrea – con tante avversità che hanno cercato di abbatterci ma abbiamo cercato di tener testa persino ad un terremoto. Tanta della forza che mettiamo in campo per combattere i problemi di tutti i giorni la dobbiamo anche alla disciplina che pratichiamo, quell’UltraMaratona che ci ha insegnato a tener duro in gara e nella vita. Il dolore e la fatica in gara sono lo specchio di quello che poi vivi quotidianamente; non serve vincere il dolore solo per terminare una gara se non trasporti lo stesso insegnamento per risolvere i problemi di tutti i giorni, per migliorarti. Questo ci ha insegnato la ns disciplina: la felicità del traguardo raggiunto”

“Questa immensa felicità raggiunta domenica mattina alle 12.00 – concludono Andrea e Monica - la vogliamo dedicare alle nostre famiglie, che ci sostengono con immenso affetto e sacrificio. Alla nostra società che da sempre ci sprona e a tutti gli amici che da casa soffrono insieme a noi, perché quando l'ultima goccia di sudore cade a terra e vengono meno le briciole di forza residue, sono la spinta che ci fa compiere quell'ultimo passo”

Personalmente vorrei ringraziare, oltre a Monica e Andrea, anche Annemarie Gross, Antonio Tallarita, Diego Di Toma, Gastone Barichello, Ivan Cudin, Lorena Di Vito, Marco Baggi, Maria Ilaria Fossati, Monica Casiraghi, Monica Molning, Paolo Rovera, Sara Valdo, Stefano Montagner, Virginia Oliveri, Vito Intini e tutto lo staff della Nazionale.

Avete provato a regalarci un sogno. Ci siete riusciti, comunque.

 

 

 

Nella foto: gli Azzurri sfilano a Katovice (foto di Maurizio Crispi, per gentile concessione http://www.ultramaratonemaratonedintorni.com/

 

 

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14 settembre 2012 5 14 /09 /settembre /2012 11:26

La sfilata delle bandiere a Katowice alla vigilia del Mondiale 24 ore 2012 - Foto di Maurizio CrispiEcco di seguito le considerazioni di bilancio della partecipazione italiana al Mondiale (ed Europeo 24 ore su strada) di Gregorio Zucchinali nella doppia veste di Presidente della IUTA (ma in questa spedizione semplice "official") e di segreterio dell'ASD Runners Bergamo (alla cui compagine appartengono alcuni di coloro che hanno vestito la maglia azzurra). Il presente testo è il frutto di una revisione di una nota interna destinata ai componenti dell'ASD Runners Bergamo, concordata con il suo autore.

(Gregorio Zucchinali) Non sempre è festa, nel senso che ciò che è stato possibile ottenere è stato ottenuto.
Necessita farsene una ragione e, accanto alla sfortuna (che non ci ha risparmiati), riconoscere anche il valore egli avversari. 
Recentemente a Seregno al mondiale della 100 km (aprile 2012), nonostante che come team leader fossi molto preoccupato (qui in Polonia ero semplice official, mentre Capo delegazione era l'amico Stefano Scevaroli) abbiamo fatto grandi cose, mentre qui a Katowice il risultato finale ha dato comunque ragione ai valori in campo finali in cui comunque l'Italia si è confermata tra le prime 10 Nazioni al mondo (e ancora meglio nella graduatoria europea a squadre, pur senza accedere al podio).
Torniamo dalla Polonia con la conferma del valore di  Sara Valdo con 184 km, il personale ottenuto per 100 m da Stefano Montagner che - ricordiamo - lavora in provincia di Bergamo e si allena alla Roncola di Treviolo e che è stato il terzo italiano (ricordiamo che la classifica finale a squadre era calcolata sui migliori tre risultati realizzati dai componenti di ciascun team) , precedendo l'amico Marco Baggi dei Fo di Pe' di quasi 30 km
Da rilevare il personale dell'emiliana Monica Barchetti che nonostante avesse corso con il peso di un recente lutto familiare e in una condizione sua e di Andrea Accorsi molto difficile a causa del terremoto subito ottiene la terza prestazione assoluta italiana di sempre e prima tra le italiane in Polonia.
L'Italia si classifica al decimo posto mondiale maschile coi 3 migliori piazzamenti di Paolo Rovera, Andrea Accorsi ed appunto Stefano Montagner e al decimo femminile con Monica Barchetti, Virginia Oliveri, Monika Moling
Ben 7 infortuni dovuti - ritengo - soprattutto dal fondo del percorso particolarmente duro (ne hanno sofferto, ad esempio, anche i due vincitori della scorsa edizione ed i giapponesi) che hanno falcidiato la formazione italiana e soprattutto fermato i nostri elementi di punta Ivan CudinMonica Casiraghi (indebolita per un problema sopraggiunto appena prima della gara ed acuitosi in corso di svolgimento della competizione), Annemarie Gross. 
Non avevano potuto essere della partita dei "pezzi da 90" il Tiziano Marchesi (ASD Runners Bergamo) per problemi lavorativi ed Ulrich Gross per infortunio, ma visti i valori in gioco espressi dalle altre compagini nazionali - almeno in ambito maschile - il risultato dell'oro di Brive-Le-Gaillarde era di difficile ottenimento per Nazioni, possibile in campo individuale.
In campo femminile si poteva ambire ad una medaglia prestigiosa sia individuale che per Nazioni.
Sta di fatto che la presenza di un'équipe medica coordinata dal dottor Citarella del CTR di Reggio Emilia, dei fisioterapisti coordinati da Stefano Punzo hanno fatto sì che si siano "limitati" i danni.
Si è sperato a lungo che Ivan Cudin raggiungesse lo statunitense Morton e lo superasse e solo l'infortunio l'ha fermato. Esaltante per molto è stata la "cavalcata" di Monica Casiraghi che, dalla terza stava raggiungendo la prima posizione visto che anche la giapponese al secondo posto si era fermata e la campionessa francese Cécile La Fontaine si era messa zoppicare vistosamente, per poi fermarsi
L'appuntamento del prossimo Mondiale 24 ore è ora in Olanda a maggio 2013.
Per quanto concerne alcune criticità degli aspetti organizzativi del Campionato del mondo di Katowice si rimanda ai puntuali commenti tecnici di Stefano Scevaroli, nella sua relazione.
Ringrazio gli amici che ci hanno accolto oggi all'aeroporto di Orio al nostro rientro ed in particolare Fabio Pansera.
 
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13 settembre 2012 4 13 /09 /settembre /2012 21:40

La delegazione italiana a Katowice - Foto di Maurizio CrispiEcco di seguito un commento tecnico sul Campionato del Mondo e d'Europa di 24 ore su strada 2012 si è svolto a Katowice (POL) tra l'8 e il 9 settembre, redatto da Stefano Scevaroli segretario della IUTA e consulente tecnico FIDAL per le Ultramaratone. un'analisi lucida ed esauriente che evidenzia luci ed ombre di questo Campionato del Mondo 24 ore su strada.

 

(Stefano Scevaroli) A Katowice sabato 8 e domenica 9 settembre, si sono disputati il Campionato Mondiale e quello Europeo di 24 ore su strada, con in palio i titoli individuali e per nazione.

248 sono stati gli atleti partiti in rappresentanza di 35 Nazioni, di cui 150 uomini e 98 donne. L'Italia si è presentata al via con 17 atleti, 9 uomini e 8 donne.

Il circuito di gara, lungo esattamente 1.544,87 metri e disegnato all’interno di un bellissimo parco, secondo gli addetti ai lavori si è rilevato problematico per una 24 ore, a causa del fondo stradale, costituito per diverse centinaia di metri da autobloccanti e quindi molto duro e in un breve tratto anche un po’ sconnesso. D’altro canto invece è risultato uno dei più belli da vedere.

La partenza è stata data come da programma alle ore 12.00 di sabato 8 settembre.

E’ stata una competizione di alto livello tecnico, con ben 21 prestazioni superiori ai 240 km, di cui 2 femminili e nella quale soprattutto i due vincitori hanno conseguito entrambi il record dei campionati del mondo: tra gli uomini lo statiunitense Mike Morton ha conseguito 277,543 km (precedente Yannis Kouros GRE 275,828 km nel 2001 a San Giovanni Lupatoto ITA), tra le donne la rappresentante della Repubblica Ceka Michaela Dimitriadu ha percorso 244,232 km (precedente Anne-Cecile Fontaine FRA 243,644 km nel 2009 a Bergamo).

Fra l’altro, l’americano si è ora collocato al terzo posto nella graduatoria all time maschile, dopo il mito Kouros (303,506 km nel 1997) e il russo Denis Zhalybin (282,282 km nel 2006). Così pure la Dimitriadu si è portata al quarto posto all time tra le donne, dopo la primatista mondiale Mami Kudo (JPN - 255,303 km nel 2011), l’ungherese Edit Berces (250,106 km nel 2002 a San Giovanni Lupatoto) e l’inglese Elizabeth Hawker (247,076 km nel 2011). 

In questo contesto stavano sicuramente dando la loro impronta anche i nostri due atleti più accreditati, Monica Casiraghi e Ivan Cudin.

 

Monica Casiraghi ha condotto la prima parte di gara evitando di seguire la partenza “a razzo” della giapponese Mami Kudo, che alla sesta ora aveva infatti un vantaggio sull’azzurra di oltre 1.600 metri: una scelta, quella di Monica, che le ha consentito all’ottava ora di sopravanzare la giapponese quando quest’ultima ha poi cominciato ad avvertire le conseguenze di un avvio troppo brillante (si ritirerà alla 13^ ora).

La gara di testa della brianzola è iniziata nell’ottava ora ed è durata fino quasi al termine della decima ora di gara, quando Monica ha cominciato ad avvertire i primi problemi alla schiena e alla spalla, costringendola prima a rallentare e poi a fermarsi definitivamente durante la 12^ ora. Sono convinto che senza questo problema Monica avrebbe conseguito una grande prestazione sulla distanza, se non la migliore. Si rifarà presto in Olanda l’anno prossimo, statene certi.

 

Ancor più avanzato il rammarico per Ivan Cudin, che si è dovuto fermare alla 18^ ora per un problema muscolare al soleo, dopo aver tentato inutilmente, con l’impegno dello staff medico e paramedico, di salvare una gara, che stava prospettandogli solo tre ore prima un epilogo di altissimo valore. Ivan era partito come da copione con una regolarità impressionante al ritmo di 12 km/h e così facendo era riuscito prima a portarsi in terza posizione nelle prime sei ore e a collocarsi poi stabilmente al secondo posto dalla 9^ ora di gara fino alla 16^.

Va rimarcato che Ivan ha tenuto perfettamente i 12 km/h per ben 13 ore, per poi passare agli 11 kmh nelle successive. Notevolissimo a livello statistico è stato anche il passaggio dell’azzurro allo scadere delle 12 ore. La distanza certificata percorsa risulta di 143,672 km in 11h55’21” quando mancavano quindi ancora 4’39” dallo scadere delle 12 ore, non sufficienti a percorrere un altro giro, ma sicuramente per migliorare la Miglior Prestazione Italiana delle 12 ore. Ricordiamo infatti che questa MPI è stata conseguita nel 1991 a Moreuil (FRA) con 143,816 km dal grandissimo Boris Bakmaz, che rimane quindi in carica per soli 143 metri, che sarebbero stati sicuramente percorsi in quei 4’39” avanzati.

Ho raccolto telefonicamente anche una dichiarazione del primatista Boris Bakmaz, che ha affermato con la signorilità che lo contraddistingue che sarebbe stato felicissimo di essere sostituito nella lista cronologica da un grande campione come il suo amico Ivan Cudin.

Nessuno può dire come si sarebbe evoluta la gara senza l’infortunio di Ivan, perché la prestazione del vincitore è stata di altissimo livello tecnico (media oraria finale di oltre 11,5 km), ma Ivan era stato lì a soli 15 minuti di distacco da Mike Morton dalla 10^ alla 16^ ora, quando poi il dolore ha cominciato a creare i primi problemi seri all’azzurro.

 

Molte le nazionali, come la nostra, all’asciutto di risultati, a partire dal Giappone che non ha conseguito nessuna medaglia e che schierava la Mami Kudo, primatista mondiale con 255,303 km (nel 2011) e Shingo Inoue, vincitore del Campionato del mondo del 2010; così come la Russia, davanti a noi tra gli uomini, ma dietro tra le donne.

Il percorso molto duro ha creato diversi contrattempi in diverse rappresentative, con molti ritirati, ma purtroppo anche per altri nostri azzurri.

E’ il caso di Annemarie Gross, detentrice della seconda prestazione italiana di tutti i tempi (229,166 km nel 2010 a Brive), che ha avuto infatti anche lei un problema muscolare, che l’ha costretta nella 17^ ora all’abbandono, quando aveva già comunque totalizzato oltre 154 km nonostante l’infortunio le stesse dando fastidio da diverse ore. Tutti conoscono le doti di regolarità di Annemarie, indispensabili in questa specialità: sono convinto che avrebbe conseguito una prestazione di altissimo livello.

 

La squadra femminile, che si stava comportando complessivamente molto bene, ha dovuto fare a meno alla 19^ ora anche di Maria Ilaria Fossati, a causa di una contrattura muscolare. Pregevole la prestazione della milanese fino alla 14^ ora, in linea e con apprezzabile regolarità verso una prestazione proiettata sui 210 km finali, fino a quando ovviamente ha cominciato ad avvertire i primi segnali del risentimento muscolare.

 

Tra gli uomini uno dei primi a pagare lo scotto della durezza di questo percorso è stato Diego Di Toma che ha avvertito molto presto le prime noie, lui al tallone, e nonostante alcune soste per le cure dello staff, nulla ha potuto, fino alla ragionevole decisione dello stop. Peccato anche per lui, perché la sua condotta di gara era stata molto regolare sui suoi livelli attesi.

 

L’ultimo stop da segnalare (sei in totale tra gli azzurri) in particolare tra gli uomini è quello di Antonio Tallarita, anche lui molto regolare sull’andatura convenuta con i tecnici, ovvero i 10,5 km/h nelle primissime ore e poi successivamente  dai 10 ai 9,5 kmh con i seguenti passaggi: 62 km alle 6 ore, 93 alle 9 ore, 122 alle 12 ore, 150 alle 15 ore; e le seguenti posizioni: 89° uomo alle 6 ore, 65° alle 9 ore, 56° alle 12 ore, 43° alle 15 ore. Una condotta di gara accorta la sua, che è proseguita fino alla 18^ ora, quando improvvisamente, fermatosi al “box azzurro” per una breve sosta, ha avuto un malore, dal quale si è riavuto prima grazie all’assistenza del nostro staff medico e poi definitivamente con l’ausilio dell’ambulanza dell’organizzazione. Per lui la gara è finita lì dopo 17h 30’, quando aveva totalizzato 173 km.

 

Ma ora passiamo alle note positive, direi decisamente molto belle, che hanno visto 2 migliori prestazioni personali (Barchetti e Montagner) e 4 sfiorati di pochissimo (Rovera, Accorsi, Oliveri e Valdo).

 

Iniziamo dalle donne per cavalleria con Monica Barchetti, capace di battere alla grande con la bellezza di 210,640 km il suo primato personale, sia quello ufficiale (187,770 nel 2008 a Seoul), sia quello riportato a Baselga di Pinè sempre nel 2008 (199,024) su percorso non certificato. Per lei un eccellente 19° posto nel Mondiale e il 15° nell’Europeo. Di notevole spessore mi piace mettere in rilievo sia l’atteggiamento tecnico dell’emiliana, regolare sui ritmi programmati, una qualità che ritengo fondamentale nella 24 ore; sia la determinazione e la volontà di ferro che l’hanno accompagnata, al pari del compagno Andrea Accorsi, nel periodo della preparazione funestata dall’evento sismico e da un lutto familiare. A Monica Barchetti sono stati assegnati anche i “gradi” di capitano della rappresentativa femminile.

 

Proseguiamo tra le donne con Monika Moling, al rientro nelle competizioni che contano, dopo la pausa dedicata agli studi e poi con successo alla laurea. Monika ha affrontato con cautela la gara, dove ha un personale di 202,425 km (2007 a San Giovanni Lupatoto) e ha ottenuto alla fine un incoraggiante 189,587 km che la riporta nelle classifiche internazionali (38^ nel Mondiale e 32^ nell’Europeo).

 

Ancora una donna sugli scudi, Virginia Oliveri, a distanza di quasi un anno dalla maternità della bellissima Camilla, per la gioia di papà Pablo Barnes, anche lui tra i protagonisti di questo mondiale con i colori dell’Argentina. Virginia ha dato dimostrazione di essere tornata ai suoi livelli con la ragguardevole distanza di 188,658 km a soli 1,5 km dal suo primato personale di 190,162 km (2010 a Brive) e il 39° posto nella classifica mondiale (33^ nell’Europeo). Anche su Virginia possiamo contare per un roseo futuro.

 

Quarta classificata azzurra, matricola alla sua prima esperienza internazionale, la veronese Sara Valdo ha confermato la buona impressione destata a Venezia nella primavera scorsa quando con 185,203 km conquistò il pass per il Mondiale. Regolarità e determinazione sono le sue caratteristiche, suggellate dai 184,656 km percorsi in Polonia a soli 547 metri dal personale. La condotta di gara anche per lei esemplare - a quattro ore dal termine aveva già percorso poco più di 160 km e correva da molte ore al ritmo di 7,5 kmh - la stavano proiettando verso i 190 km. Solo un piccolo calo nelle ultimissime ore le ha impedito di raggiungere quello che sarà ora probabilmente il suo prossimo obiettivo. Anche su di lei possiamo sicuramente puntare per il prossimo futuro.

 

La capolista per numero di maglie azzurre indossate, ben 26 tra 100 km e 24 ore, Lorena Di Vito si è avvicinata a questo Mondiale senza le consuete aspettative, a causa di alcuni problemi, tra cui un intervento chirurgico. Ricordiamo che nel 2010 aveva percorso 197,556 km e come personale può vantare un 206,190 km del 2004. La condizione imperfetta non le ha comunque impedito di passare a metà gara con oltre 95 km, ma poi si è ovviamente evidenziata nella seconda parte, consentendole un risultato finale di 160,996 km.

 

Passiamo ora agli uomini con l’eccellente prestazione di Paolo Rovera, classificatosi al 16° posto nel Mondiale e al 14° nell’Europeo, con 241,538 km a poco più di 1 km dal proprio personale (242,863 km). Anche a lui vanno i complimenti per una gara molto accorta e regolare, che l’hanno visto guadagnare posizioni pressoché sempre, fino ad entrare nell’eccellenza internazionale. Paolo era alla sua quarta esperienza nella 24 ore e guardate che tabellino di marcia invidiabile può ora vantare: 232,238 km nel 2009, 242,863 nel 2010, 227,563 nella primavera del 2012 (a Milano, come test) e ora 241,538.

 

Proseguiamo con Andrea Accorsi, classificatosi al 30° posto nel Mondiale e al 24° nell’Europeo, con 229,690 km. Niente male per una matricola al debutto in azzurro e a soli 2 km dal proprio primato personale di 231,586 km (conseguita nel 2010 a Grenoble). Anche per lui valgono le riflessioni fatte prima per la compagna Monica Barchetti e a lui vanno i miei complimenti per la giudiziosa condotta di gara, che gli ha consentito di essere il secondo italiano ai fini della classifica per nazioni.

 

Il terzo italiano a contribuire per la classifica di squadra maschile è stato il torinese Stefano Montagner, l’altro azzurro che è riuscito a battere il proprio primato personale, risalente nel suo caso al 2009 (224,591 km a Palermo), capace qui a Katowice di realizzare 224,611 km e conquistare il 39° posto nel Mondiale e il 30° nell’Europeo. Abbastanza buono il suo passaggio a metà gara con 118,9 km a dimostrazione anche per lui di un ottima condotta di gara.

 

Quarto tra gli azzurri, è stato il capitano della rappresentativa azzurra maschile, Marco Baggi. Con la distanza percorsa di 203,194 km si è piazzato al 67° posto nel Mondiale (52° Europeo), per la settima volta nella sua carriera sopra i 200 km. E’ stato uno dei più attivi e collaborativi al servizio dei propri compagni di squadra, sia nei momenti di difficoltà della gara, sia nelle giornate di avvicinamento all’evento.

 

Quinto tra gli uomini, si è classificato il pugliese Vito Intini, anche lui fresca matricola, con il risultato di 194,684 km. La prima parte di gara di Vito (112 km alle 12 ore), corsa con sufficiente regolarità, faceva pensare ad una proiezione quantomeno superiore ai 210 km, ma nella notte purtroppo le cose non sono proseguite così. Vista l’impossibilità di riportare una prestazione all’altezza delle sue aspettative, Intini si è messo al servizio della squadra, aiutando per diverse ore i colleghi soprattutto nei momenti più delicati. Questa fase, chiamiamola di recupero, ha consentito ad Intini a disputare l’ultima ora di gara a ritmi da 100 km, anche oltre i 13 km/h.

 

L’altro azzurro che non abbiamo ancora citato è il vicentino Gastone Barichello (capitano nell’ultimo mondiale di Brive), che ha percorso nella prima metà gara la distanza di 113,5 km, dopo la quale purtroppo ha fatto seguito una fase di calo, che gli ha impedito di tornare ai suoi livelli (a Brive 2010 aveva superato i 224 km).

 

Per dovere statistico, queste sono invece le distanza percorse dagli atleti che hanno abbandonato anzitempo:

Cudin Ivan: 188,474 km

Tallarita Antonio: 171,480 km
Gross Annemarie: 156,031 km

Fossati Maria Ilaria: 154,487 km

Casiraghi Monica: 115,865 km

Di Toma  Diego: 101,961 km

 

Nelle classifiche per nazioni la squadra azzurra maschile si è piazzata al decimo posto nel Mondiale e all’ottavo nell’Europeo, mentre la squadra azzurra femminile si è classificata all’ottavo posto nel Mondiale e al settimo nell’Europeo.

 

Presonalmente ho vissuto con l’altro tecnico Giorgio Marchesi e con questi atleti emozioni molto forti, a tratti travolgenti, sia durante la gara nei momenti più difficili per loro, sia alla fine nell’epilogo finale della gara.

 

Ovviamente i momenti difficili lasciano il segno, ancor più se costringono all’abbandono, ma tutti gli atleti (ripeto tutti) hanno affrontato da subito molto bene l’abbandono o la difficoltà fisica.

L’hanno affrontata con la pazienza tipica degli ultramaratoneti, nella speranza passasse, con molta saggezza, con la consapevolezza di avere al loro fianco uno staff preparatissimo e un gruppo di compagni di squadra, con un cuore grande come una casa.

Ho visto atleti rallentare, addirittura fermarsi ed attendere per sostenere e mettersi al servizio del compagno o della compagna di squadra in difficoltà.

 

Le condizioni logistiche erano veramente difficili per noi: lo spazio del box italiano era grande 5x3 metri e doveva ospitare 5 assistenti davanti ai tavoli dei rifornimenti, 2 medici e altre due risorse per l’allestimento del back-space; all’interno dello staff già citato operavano anche tre fisioterapisti; i 2 tecnici (io compreso) siamo stati costretti a posizionarci in altra zona per seguire la condotta di gara degli atleti, salvo un breve periodo di pioggia, che ci ha costretto ad entrare nel box azzurro. Ciò nonostante ho visto uno staff incredibile ed impeccabile per organizzazione, per professionalità e per abnegazione.

 

Concludo le mie analisi tecniche, confermando che sono contento e soprattutto fiero di questo gruppo di atleti e del loro impegno ed aggiungo riconoscente verso di loro per aver applicato con dedizione e cura tutti i nostri suggerimenti e direttive circa la condotta di gara.

 

Foto di Maurizio Crispi

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12 settembre 2012 3 12 /09 /settembre /2012 15:43
La squadra femminile inglese (terza nel Mondiale e seconda nell'Europeo) - Foto di Maurizio CrispiLe cerimonie delle premiazioni dei Mondiali di Ultramaratona sono sempre commoventi. 
Dal punto di vista di chi guarda, è sempre bello poter vedere gli atleti o le squadre della propria nazione salire sul podio: ma anche quando ciò non accade la commozione è sempre tanta e l'ammirazione per gli atleti che si sono conquistati una piazza sul podio è enorme. 
Tutti gli atleti sono stati degli eroi a completare la gara, ma loro - quelli che salgono sul podio  - lo sono stati un po' di più, sono stati più forti, o semplicemente sono stati capaci di soffrire di più ed intanto tirare avanti per mantenere la posizione conquistata.
Ed è per questo che devono essere ammirati.
Di ognuno degli atleti classificati si potrebbero raccontare delle storie uniche.
Come anche di quelli che sono salita su dei podi o l'Europeo o il Mondiale.
Un complimento particolare - dal mio punto di vista - di osservatore della gara va all'atleta ceca, Michaela Dimitriadu (244,232 km) che, praticamente a sorpresa, ha conquistato la prima posizione vincendo l'Oro Mondiale ed Europeo (e che corso nell'ultima parte della gara, con delle scarpe a cui era stato tagliata via la tomaia dell'avampiede per dare sollievo alle dita dei piedi; ed anche al giovanissimo tedesco Florian Reus (261,218 km), che pur sofferente e al limite del collasso (come testimoniano le foto di lui fatte nell'ultima mezzora di gara) ha tenuto duro sino alla fine, alla ricerca della sua migliore prestazione: alla fine è stato premiato con un Argento mondiale e con l'Oro Europeo.
E, naturalmente, la mia ammirazione va al vincitore assoluto, lo statunitense Mike Morton (Oro Mondiale) che con i suoi 277,543 km ha conquistato il record statunitense 24 ore imbattuto da moltissimi anni, conducendo le 24 ore di gara, con grandissima abnegazione, praticamente da solo, dopo che il nostro Ivan cudin che lo seguiva a 2 km di distanza aveva dovuto cedere a causa di un infortunio.
Era così provato, anche alcune ore dopo la fine della gara che non poteva salire agelvomente sul podio delle premiazioni da solo.



Ecco di seguito i link ai risultati ufficiali

 

24 HR Official Results: 

World Championships

Team Male
Team Female 

European Championships Male
European Championships Female
Team Male
Team Female

 

 

Vai alle foto delle premiazioni su "Ultramaratone, maratone e dintorni" su Facebook

 

Campionato del Mondo 24 ore 2012. Premiazioni e cerimonia finale (243 photos) 

 
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9 settembre 2012 7 09 /09 /settembre /2012 21:04

La britannica Sharon Law - Campionato del Mondo 24 ore 2012 - Foto di Maurizio CrispiSi sono appena conclusi il 9° Campionato del Mondo 24 ore su strada (IAU 24h World Championships) e il 18° Campionato europeo 24 ore.
Con qualche disagio imprevisto (di cui gli organizzatori si sono ampiamente scusati) si è svolta la cerimonia finale con le premiazioni, seguita dai discorsi conclusivi di rito da parte di Dirk Strumane, Presidente della IAU e dalla consegna dello stendardo IAU agli organizzatori del prossimo campionato del mondo 24 ore che, nel 2013, si svolgerà a Steenbergen (NED), solitamente - con la denominazione di "24 uur van Steenbergen" celebrata nel secondo fine settimana di maggio.


 

Ecco di seguito i link ai risultati ufficiali

 

24 HR Official Results: 

World Championships

Team Male
Team Female 

European Championships Male
European Championships Female
Team Male
Team Female

 

 

Vai alle foto realizzate da Maurizio Crispi e pubblicate su "Ultramaratone, maratone e dintorni"

Campionato del Mondo 24 ore 2012. Opening Ceremony (350 foto)

Campionato del Mondo 24 ore 2012. Partenza e 1^ ora di gara (739 foto)

Campionato del Mondo 24 ore 2012. Dalla 8^ alla 9^ ora (136 foto)

 

Altre foto verranno pubblicate nelle prossime ore.

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9 settembre 2012 7 09 /09 /settembre /2012 12:57

Mike Morton, Campione del Mondo 24 ore su strada 2012Si è appena concluso il 9° Campionato del Mondo 24 ore di corsa) e il 18° Europeo). Salgono sul tetto del mondo, lo statunitense Mike Morton che alla 23^ ora aveva già coperto 265,717 chilometri e che puntava ai 275 chilometri alla chiusura della gara e la ceca Michaela Dimitriadu che, alla 23^ ora, aveva già percorso 233,275 km.
Morton, alla fine della gara, è stato seguito, con posizioni immutate dal tedesco Florian Reus 20,269, alla 23^ ora) e dal francese Ludovic Dilmi (245,634 alla 23^ ora).

Nella gara maschile, il tedesco Florian Reus sale sulla prima piazza del podio del Campionato Europeo 24 ore di corsa su strada e, quindi, veste la maglia di Campione europeo, il Francese è secondo sul podio europeo, mentre al terzo posto sale il polacco Sawicki.
Se l'esito della gara era scontato per la parte maschile, visto il modo in cui Morton aveva energicamente impugnato le sue sorti sin dall'inizio, non lo era tanto per l'altra metà del cielo.
Nella gara femminile, dopo diversi avvicendamenti, a sorpresa, già prima della 22^ ora è andata al comando scalzando la gelder dalla sua posizione di supremazia, la ceca Michaela Dimitriadu che, alla 23^ ora, aveva percorso 233,275 km, seguita dalla statunitense Connie Gardner (230,185 km alla 23^ ora) e dalla britannica Emily Gelder (228,640 km alla 23^ ora).
Quarta, è stata la francese Cecilie Nissen (224,006 alla 23^ ora).
Il podio femminile europeo è composto quindi dalla Dimitriadu (Oro), dalla Gelder (Argento) e dalla Cecilie Nissen (Bronzo).

 

 

Si è in attesa dei risultati ufficiali e della cerimonia delle premiazioni che avverà nella stessa location all'interno di una grande tenso-struttura che solitamente ospita dei concerti, a partire dalle 14.00.

Ad una prossima notizia verranno dati i risultati completi, compresi quelli a squadre. 

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9 settembre 2012 7 09 /09 /settembre /2012 11:32

Mike Morton e Harvey LewisLa 24 ore podistica può essere sempre una gara di grandi rivolgimenti, oppure - al contrario - può avere dei leader incontrastati sin dall'inizio.
In questo Campionato del mondo di Katowice, abbiamo potuto vedere entrambe le possibilità.
Nella gara maschile, lo statunitense Mike Morton, partito come una scheggia è ancora il leader incontrastato, con un distacco profondo da quello che lo segue in seconda posizione.
Nella gara femminile, invece, si sono potuti osservare continui rivolgimenti, sino all'assestamento attorno alle 22 ore di gare, ma con qualche elemento di incertezza ancora, soprattutto per quello che concerne la classifica a squadre.
Ecco la situazione alla 22^ ora.
Alla 22^ ora di gara, Mike Morton è sempre alla testa con un vantaggio di 15 km (165 giri e 254,903 km percorsi) rispetto al tedesco Florian Reus (155 giri e 239,454 km percorsi) che lo segue dopo aver sorpassato il francese Ludovic Dilmi, distanziato di poco (153 giri e 236,365 km percorsi). 
Il nipponico Ryo Abicko è adesso in quarta posizione (con 234,820 km), seguito dal polacco Piotr Sawicki 150 giri e 231,720 km percorsi. 
Nella gara femminile, dopo le ore delle notte vi è stato un ulteriore rivolgimento: è adesso  la ceca Michaela Dimitriadu alla testa con 222,461 km, seguita dalla statunitense Connie Gardner (220,916) e dalla britannica Emily Gelder che la segue, nello stesso giro, distanziata di poco (220,916).  La francese Cecile Nissen è al quarto posto (214,736 km) e la statunitense Suzanna Bon occupa la 5^ posizione (214,736 km).
Nello stesso tempo, nel corso di una 24 ore possono aversi anche grandi delusioni: come è accaduto nel caso della delegazione italiana, nella cui compagine nel corso della notte si sono avuti numerosi ritiri causati da infortuni. E' stato così che abbiamo perso la testa della corsa, quando Ivan Cudin seguiva Morton in seconda posizione a soli 2 km di distacco e Monica Casiraghi, pure alla testa della corsa ha dovuto ritirarsi anche lei colpita da infortunio.
In gara alla 22^ ora, c'erano ancora - degli uomini - Paolo Rovera (migliore uomo italiano, in 19^ posizione, con 222,461 km percorsi), Andrea Accorsi (35°, con 210,102 km), Stefano Montagner (197,734 km), Baricchello, Marco Baggi, Vito Intini. Avendo perso la testa della corsa, la squadra maschile è rimasta fortemente penalizzata e, alla 22^ ora, occupa soltanto la 10^ posizione, con 613,313 km (per le prestazioni di Paolo Rovera, Andrea Accorsi e Stefano Montagner)
Tra le donne, invece, sono in gara Monika Barchetti, Monika Moling, Virginia Oliveri, Lorena De Vito ed anche la squadra italiana femminile alla 22^ ora di gara occupa la decima posizione con 536,039 km percorsi, per le prestazioni di Monica Barchetti, Monica Moling e Virginia Oliveri
 
Classifica a squadre femminile
1^ USA con Connie Gardner, Suzanna Bon e Anne Lundblake (totale: 768,2 km percorsi)
2^ GBR, con Emily Gelder, Debbie Martin-Consani e Sharon Law (totale: 499,30 km percorsi)
3° FRA, con  Cecile Nisse, Anne Marie Vernet e Pascale Bouly (totale: 587 km percorsi)
TEAMS RESULTS - FEMALE
Msc Team Skład Individual distance Team distance
USA GARDNER CONNIE 211 647,19 611 768,52
USA BON SUZANNA 207 012,58 611 768,52
USA LUNDBLAD ANNE 193 108,75 611 768,52
GBR GELDER EMILY 211 647,19 602 499,30
GBR MARTIN-CONSANI DEBBIE 200 833,10 602 499,30
GBR LAW SHARON 190 019,01 602 499,30
FRA NISSEN CECILE 207 012,58 587 050,60
FRA VERNET ANNE MARIE 197 743,36 587 050,60
FRA BOULY PASCALE 182 294,66 587 050,60
Classifica a squadre maschile
1^ USA, con Mike Morto, Harvey Lewis e Joe Fejes (totale: 672,018 km)
2^ FRA, con Ludovic Dilmi, Emmanuel Fontaine e Jean François Harruis (totale: 661,204)
3^ GER, con Floria Reus, Michael Vanicek e Patrick Hosl (totale: 661,204 km) 
TEAMS RESULTS - MALE
Msc Team Skład Individual distance Team distance
USA MORTON MIKE 244 089,46 672 018,45
USA LEWIS HARVEY 216 281,80 672 018,45
USA FEJES JOE 211 647,19 672 018,45
FRA DILMI LUDOVIC 227 095,89 661 204,36
FRA FONTAINE EMMANUEL 219 371,54 661 204,36
FRA HARRUIS JEAN FRANCOIS 214 736,93 661 204,36
GER REUS FLORIAN 228 640,76 661 204,36
GER VANICEK MICHAEL 219 371,54 661 204,36
GER HÖSL PATRICK 213 192,06 661 204,36
Classifica generale alla 22 ora
Classifica a squadre maschile
Classifica a squadre femminile
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9 settembre 2012 7 09 /09 /settembre /2012 08:03

DSC07103Alla 19^ ora, è sempre lo statunitense Mike Morton saldamente alla testa della corsa con un vantaggio di oltre 19 chilometri percorsi, seguito dal francese Ludovic Dilmi e da Reus che lo tallona da dietro, in terza posizione.
Nella gara femminile, é in testa alla corsa la britannica Emily Gelder, Gardner seconda con Dimitriadu in terza posizione, ma sempre più vicina. La Nissen è quarta e Suzanna Bon in 5^ posizione.

 



Classifica parziale alla 19^ ora 

 

Classifica a squadre femminile

 

Classifica a squadre maschile

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8 settembre 2012 6 08 /09 /settembre /2012 21:07

Monica Casiraghi Katowice 24 ore - Foto di Maurizio CrispiLo statunitense Mike Morton nell'8^ ora di gara ha aumentanto il suo vantaggio sul francese Ludovic Dilmi sino a 6 km. Ivan Cudin, sempre in terza posizione, si è avvicinto molto al francese e si trova sullo stesso giro di quest'ultimo.
Donne. Monica Casiraghi è alla testa della corsa, seguita dalla britannica Emily Gelder e da Mami Koudo, scivolata in 3^ posizione. Le tre donne sono a due chilometri l'una dall'altra. 

La situazione in classifica all'8^ ora

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8 settembre 2012 6 08 /09 /settembre /2012 18:39
Ivan Cudin - Campionato del Mondo 24 ore Katowice 2012 - Foto di Maurizio Crispi (Maurizio Crispi) Lo statunitense Mike Morton - alla 6^ ora di gara - è ancora al comando della corsa, seguito - ma con un distacco di 4,5 km - dal francese Ludovic Dilmi, mentre è passato in 3^ posizione il nostro Ivan Cudin e lo statunitense Harvey Lewis è scivolato molte posizionii indietro.
La situazione è dunque la seguente:
Mike Morton (50 giri e 77,243 km)
Ludovic Dilmi (47 giri e 72,608 km)
Ivan Cudin (46 giri e 71,064 km)
Donne. Nella gara femminile, la nipponica Mami Kudo ha acquisito un vantaggio di 1500 metri circa su Monica Casiraghi, mentre - già dalla 5^ ora - è passata in 3^ posizione la britannica Emily Gelder, pertanto con questa situazione:
1^ Mami Koudo (JAP, 23^ assoluta, 45 giri e 69,519 km)
2^ Monica Casiraghi (ITA, 34^ assoluta, 44 giri, 67,974 km)
3^ Emily Gelder (GBR, 36^, 43 giri e 66,429)
Foto di Maurizio Crispi
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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
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Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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