In passato scrissi da qualche parte che l'evoluzione naturale dell'ultramaratoneta "passionale", cioè di colei (o di colui) che sceglie di correre le ultramaratone soprattutto per l'amore intrinseco dell'esperienza in sé e che non è - per questo motivo - particolarmente interessato al risultato finale, se non a quello di essere un finisher, quasi seguendo un naturale destino, è quello di trasformarsi in pellegrino ed intraprendere uno dei grandi cammini devozionali nella storia del mondo cristiano.
Per alcuni potrà essere la via francigena, per altri il Cammino di santiago di Compostela in alcune delle sue varianti (più corto, più lungo, con partenza da Madrid oppure dalla città di Leon in Francia, o infine dal Portogallo.
Scrissi anche in una delle mie tante riflessioni sulle ultramaratone che un ultradistanza contiene in nuce, in forma concentrata (si potrebbe dire, compattata), il pellegrinaggio, soprattutto perchè - inevitabilmente - correre un'ultra si trasforma con molta facilità in un'intensa esperienza interiore.
Quindi, nulla di strano che - prima o poi - un ultramaratoneta si laasci tentare dall'esperienza del pellegrinaggio e che si metta in cammino, commutando ulteriormente la sua filosofia di approccio alle ultradistanze e adattondalo alle necessità del "viaggio", un viaggio che è insieme "fisico", "interiore" e, in ultima analisi, "spirituale".
Elena Cifali, dopo aver iniziato a sperimentare le ultramaratone, il suo esordio nel 2012, con la 12 ore in pista in occasione dell'edizione di quell'anno della 24 ore del Sole e dopo aver vissuto l'intensa (ed impareggiabile, oltreché formativa) esperienza della 100 km del Passatore (nel maggio 2013), ha maturato naturalmente il progetto di compiere il Cammino di Santiago.
E, in vista di questo progetto, ha cominciato a prepararsi con scrupolo e diedizione, come è solita fare. E il viaggio comincia molto prima di quando - concretamente - si muove il primo passo.
Ci scriverà di quando in quando per tenerci aggiornati sullo sviluppo di questo suo progeto.
Questa la nota con cui accompagna il suo primo scritto sul "Cammino": "Ho intenzione di scrivere su Santiago di tanto in tanto per aggiornare e fare il punto della situazione".
(Elena Cifali) Cammmino di Santiago (1° capitolo) Ho deciso! Ad agosto 2014 partirò.
Parto per fare il Cammino di Santiago.
Perché?
Semplice: non lo so!
No, non sono uscita di senno, non sono impazzita e non è colpa della corsa – che come dice qualcuno mi ha dato alla testa - semplicemente non so perché voglio camminare per quasi 900 km, proprio in agosto, quando il caldo sarà impietoso ed il sole sarà alto.
Da mesi studio, prendo informazioni, mi documento su come fare, da dove partire, dove dormire, dove alloggiare, dove mangiare.
Diciamo che teoricamente il Cammino l’ho già fatto, manca solo la pratica. Mi dicono che durante il viaggio non si è mai da soli, c’è sempre qualcuno vicino a te, che cammina, che dorme, che mangia, che assiste al tuo stesso miracolo.
Non partirò sola dall’Italia, con me ci sarà un compagno fidato: Rosario Maccarrone.
Io e Rosario condividiamo la stessa passione per la corsa e per il trail. Un giorno scrissi su FB che volevo partire e lui, con l’educazione che lo contraddistingue, ed in punta di piedi mi confidò di voler fare il mio stesso viaggio.
Uno stretto giro di email, qualche telefonata ed in men che non si dica eravamo già compagni della futura impresa/avventura, da cui non mi aspetto nulla: so perfettamente che qualsiasi mia aspettativa potrebbe essere delusa, ma so altrettanto sicuramente che vivrò un’esperienza che mi formerà e mi farà crescere.
Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che tutti coloro che sono partiti ritornano “diversi”. Forse migliori, non credo peggiori, ma sicuramente diversi.
Il Cammino medicherà le mie ferite, qualora ce ne fossero, mitigherà il mio carattere irruento, placherà il mio spirito avventuriero, sazierà la mia fame di chilometri.
La fede? Io credo, si, che c'entri pure! Io credo in Lui ed anche in Lei, così come credo in Loro.
Li ho visti tante volte, sotto forme diverse.
Tante volte si sono occupati di me ed adesso è giunto il momento per me di fare qualcosa per tutti Loro.
Solo chi affronta quel tragitto, quel pezzo di strada e di mondo, con tutte le difficoltà, con tutte le privazioni può sapere il ferchè lo fa.
Basterà cercare il mio sguardo e leggere dentro i miei occhi per trovare le motivazioni intime e profonde che mi porteranno a Santiago.
Il Cammino ti rapisce, lo fa dapprima in silenzio, inizia a sussurranti dentro con voce placata e poi sempre più forte fino ad urlare forte tutta la sua passione. Il Cammino comanda ogni tuo pensiero, ogni tuo gesto, ogni tua aspettativa finchè non decidi di assecondarlo.
Quando capii che non sarei riuscita a sfuggire al suo fascino mancavano ancora 12 mesi, oggi di mesi ne mancano solo 8 ed è quasi tutto pronto: zaino, abbigliamento, scarpe, testa, non mi resta che prepararmi fisicamente e partire.
Da alcune settimane una volta la settimana carico il mio zaino, lo indosso con fierezza ed inizio a fare strada. Con l’aiuto di alcuni amici che mi fanno compagnia cavalco le strade dell’Etna con i miei 8 kg sulle spalle, col freddo, col vento, col cuore gonfio di gioia e con il sorriso stampato sul volto.
Non cambierei nulla di ciò che sono, fiera di me e di come sono diventata grande ho un solo desiderio: migliorare e so per certo che il mio cammino mi aiuterà a diventare una persona migliore.