Non si corre e non si partecipa alle gare podistiche solo per realizzare un crono, per migliorare la propria prestazione e così via, ma anche sperimentare gioia e solidarietà, per donare un gesto e del tempo a chi è stato meno fortunato di altri. Ed è per questo che sto crescendo l'esperienza dei "maratonabili" (quattro amici ultramaratoneti) che non soltanto volevano vivere con gioia la propria passione per la corsa, na che hanno preso a volere con tutte le forze che questa passione, la gioia di vivere, la freschezza del gesto atletico, potessero essere trasmessi anche a qualcuno meno fortunato, a disabili costretti nella carrozzina e portatori di forme di disabilità tali che non consentono loro nemmeno di accedere a qualcuna delle tante discipline di sport per disabili.
L'esperienza dei Maratonabili sta crescendo, il semplice "manifesto" che i quattro fondatori hanno messo a punto si sta diffondendo, come come si moltiplicano le occasioni in cui i Maratonabili sono presenti a grandi e piccoli sportivi. Tutti i runner possono diventare maratonabili e così fare dono del proprio allenamento a ragazzi, a giovani uomini e donne meno fortunati, regalando loro il piacere di partecipare dall'interno ad una maratona o a una Mezza, esprimendo con questo dono la gioia della corsa e il piacere della condivisione e della solidarietà empatica.
Laura Ricci è un esempio per tutti: pur brillante nella maratona, per una volta ha accantonato la performance e ha abbracciato la causa della solidarietà, correndo sia alla Maratona di Firenze sia a quella di Pisa assieme ai maratonabili.
E di sicuro lo farà ancora molte volte.
Di seguito il suo raconto e le sue riflessioni.
(Laura Ricci) La corsa è gioia, questo è il mio motto... nel mio ultimo racconto ero immersa nei trail (corsa in montagna) che è la tipologia di corsa che amo di più e che sento più vicina a me: l'emozione che provo mentre corro nei boschi, nei sentieri, o quando si attraversano piccoli paesini... difficilmente potrei provarla in qualsiasi strada, ma ancora prima di amare la montagna amo la sensazione che mi dà la corsa e tutto il mondo che gira intorno ad essa.
Ho deciso di mettere da parte per un piccolo periodo i trail, l'ultimo che ho fatto è stato quello di Portofino: una meraviglia della natura, la montagna che si tuffa nel mare e poi risale... Chi ha provato quel percorso non può non amarlo.
Ma non è di trail che voglio parlare. Ho ricominciato ad allenarmi su strada, la montagna mi ha fatto potenziare le gambe, ma nello stesso tempo ho perso un pò di velocità: per la prima volta nella mia vita ho deciso di seguire un percorso di allenamento che dovrebbe portarmi a fare una 100 km con un crono migliore. E questo progetto mi ha riportato alle maratone e alle mezze maratone: e qui è accaduto che io mi sia riavvicinata ad un gruppo fantastico.... il mitico gruppo dei Maratonabili.
Ho corso con loro "senza essere una di loro" lo scorso anno alla mezza di Torre del Lago: eravamo io e la mia carissima amica Sabrina, in questa mezza maratona si può correre in maschera e noi avevamo scelto due vestiti identici, da figlie dei fiori con tanto di occhialoni e parrucca nera lunghissima.
Partiamo e, dopo poco, incontriamo un gruppo numeroso e bellissimo con fischietti e palloncini bianchi che accompagnavano tre ragazzi ed una ragazza disabili, a bordo delle loro carrozzine: e tutti ridevano e scherzavano, mentre tutt'intorno si apprezzava la solidarietà del gruppo,
Immediatamente mi sentii trasportata verso di loro, perchè - per una come me che vive la corsa come un gioco - quello era il mio ambiente ideale e, solo dopo, ho capito quanto fosse importante per wquei ragazzi quel momento .
“2012 Maratona di Firenze”. Mi si presenta l'occasione di correre di nuovo con loro e non ho esitato un solo istante e, questa volta, ho con me tutto il mio fantastico gruppo Free Run.
Una bellissima esperienza... Alla partenza i Maratonabili sono davanti ai top runner: partiamo per primi, poi dopo circa 500 metri ci fanno accostare per far passare una parte considerevole dei runner. Parlo per me, ma anche per il mio gruppo: essere fermi li mentre tutti passavano correndo è stata una tortura durata solo pochi minuti che però verrà ripagata abbondantemente dal ricordo della bellissima esperienza di vita che é seguita. Comunque poi é arrivato di nuovo il nostro turno e riprendiamo la corsa: e sono state più di 5 ore di corsa tra sorrisi canti fischi e chi più ne ha più ne metta...
Le mie gambe, alla fine, erano distrutte: mantenere un passo che non è il tuo - non sembra - è massacrante. La ricompensa è stata che, all'arrivo, c'era ad aspettarci una folla di gente che applaudiva e tra di noi sono iniziate le prime lacrime di commozione e di gioia... tutti emozionatissimi, ho visto i miei compagni piangere di gioia non li avevo mai visti piangere, tra sorrisi e lacrime.
Firenze è stata conquistata da i Maraton-abili.
Margherita, una dei quattro ragazzi disabili,è di una dolcezza unica quando mi abbraccia mi stringe fortissimo e nello stesso tempo con dolcezza è una sensazione bellissima: io e lei ci sentiamo su Facebook e cosi ho deciso di riandare anche alla mezza maratona di Pisa.
Adesso faccio parte dei Maratonabili, mi sento parte integrante di loro: ovviamente farò solo alcune delle gare che loro hanno in previsione, ma non voglio perdere questo bellissimo vizio di correre solo per il gusto di divertirmi e se poi qualcuno gode di questo.... perchè no!
Margherita e gli altri ragazzi alla fine di una maratona si chiedono già quando sarà la prossima...
L'idea di Franco Zomer é di allargare questo gruppo in tutta Italia cosi da poter fare felici altri ragazzi come Margherita, Alessandro, Marco e Michele. La mia idea (e il mio desiderio) è di correre ancora con loro: non si può spiegare quello che si prova, ma posso dirvi che mi rendo conto che il mondo della corsa è un mondo a parte, se non è cosi significa che io in tutti questi anni ho conosciuto persone straordinarie che tutte hanno in comune la corsa: "sarà solo un caso" oppure c'è qualcosa nella corsa che rende straordinari?
Ed ecco il messaggio di presentazione dei promotori del movimento dei "Maratonabili" (vail al sito): Essere differenti è normale, anche nello sport. Una battaglia che per ora stiamo vincendo.
Quando abbiamo iniziato in quattro amici, ultra-maratoneti, avevamo quasi il solo pensiero di goderci più tempo insieme attraverso nuove esperienze nelle corse cercando di trasmettere comunque la nostra passione e gioia a persone meno fortunate di noi.
Nel partecipare a molte gare abbiamo ricevuto incoraggiamenti da altri runner, compagni di avventura, organizzazioni, genitori di famiglie con bambini speciali, applausi e sorrisi di gente comune: abbiamo sentito allora che la nostra esperienza nella corsa poteva essere più grande e più completa di quanto pensassimo.
Così, abbiamo deciso di portare avanti un vero progetto sulle nostre corse, che è quello di spingere e promuovere l'inclusione sociale di persone come Pierpaolo, Marco,
Alessandro, Margherita, Michele... e tanti tanti altri, in attività ed ambienti normali e tradizionali, in questo caso nel mondo del running.
Ai nostri amici, bambini e ragazzi in carrozzina e a chi intorno ci sostiene, diamo cuore ed entusiasmo ricevendo mille altre grandi emozioni. Non partiamo mai dai loro limiti, che sono spesso molto evidenti, ma da quello che possono fare.
Una gara è sempre una battaglia, sia chi spinge sia chi viene spinto combatte con il cuore per dare sempre il massimo, non per una medaglia o per vantarsi di un bel risultato, ma per uno scopo più grande: dimostrare a tutti che anche le persone con disabilità, fisica o cognitiva che sia, possono essere membri attivi ed esempio della comunità.
Il "manifesto" dei maratonabili
Correre per una causa più
Siamo un team unico di grandi amici, campioni e semplici runners.
Partecipiamo insieme a maratone e gare importanti.
Spingiamo ragazzi diversamente abili, regalando loro sport,
emozioni e momenti di splendida normalità.
Vi divertirete, li farete divertire,
una giornata speciale, una corsa speciale, ogni tanto ci vuole.
Non chiamatela solidarietà, benevolenza, volontariato... non è così:
siamo uguali,
siamo un tutti per uno ed uno per tutti !
Come nelle migliori squadre dobbiamo arrivare,
con abilità diverse e complementari.