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21 luglio 2014 1 21 /07 /luglio /2014 06:39

Il Santo Graal della Corsa

 

Mi ritrovo in una grande città alla vigilia di uno spettacolare e partecipato evento podistico

Sono arrivato da solo, dopo un lungo viaggio, e con molto anticipo.

Ho un imponente bagaglio con me, alla faccia del principio del viaggiare leggero. Oltre agli effetti personali, infatti, porto con me numerosi oggetti di famiglia piuttosto ingombranti.

E' una fatica trovare l'alloggio. Già è stato tutto prenotato con largo anticipo.

Dopo una paziente ricerca trovo, alla fine, un piccolo Bed&Breakfast a due traverse di distanza dalla grande strada dove avrà luogo la partenza della corsa e, prima, ad orario antelucano il raduno dei podisti.

Perchè mi ritrovo lì? Francamente, non lo so.

Ci sono e basta.

Non credo di avere le apparecchiature fotografiche con me. O forse sì?

La mattina dopo il primo pernottamentto esco di casa e vado alla ricerca di un bagno, perchè il mio B&B - del tutto spartano - ne è privo e, alla fine di una lunga strada, trovo quello che cerco: una semplice fila di latrine, senza orpelli, in stile militare, piccoli cubicoli essenziali messi uno accanto all'altro.

Entro nel primo WC della fila e mi accomodo con un sospiro di sollievo.

Nemmeno ho il tempo di mettermi a mio agio e mi rendo conto con un certo allarme che mancano del tutto le pareti laterali interne, sicchè l'occupante di una latrina vede quelli delle altre. 

Non abbiamo nulla da nascondere qui: chi non caca in compagnia o fa il ladro o fa la spia...

Fortunatamente per me, le altre della fila sono tutte vuote. Allora, mi dico, Forza, sbrigati! Approfitta del momento! Il segreto sta tutto nella rapidità!

Ma ecco che la porta più distante si apre ed entra proprio mio padre. 

Non lo vedevo dal giorno in cui era morto.

Indossa un soprabito di pelle nera, come se fosse una spia d'altri tempi.

Anche lui si accomoda, facendo come se non mi avesse notato.

Ma io non posso non sentire il peso e l'ingombro della sua presenza, anche perchè vorrei parlargli. In fondo, da quando è scomparso sono passati più di 40 anni.

Ma è finita la concentrazione. Non riesco più a portare a termine il compito di svuotarmi le budella, grugnendo quanto mi pare.

Un po' umiliato e frustrato, abbandono il campo.

Fuori, si sono già formati dei capannelli di runner che discutono animatamente del loro stato di forma e delle loro anticipazioni/previsioni su come sarà la loro gara e su quali tattiche adotteranno.
E sono tutti lieti della sofferenza che presto infligeranno a se stessi. 

Sono tutti lì, i vivi e i morti, stranamente: nessuno manca all'appello. 

Continuo a chiedermi cosa ci faccio qui: più passa il tempo e più mi sento un pesce fuori dall'acqua.

Intanto, c'è da pensare al prossimo pernottamento. Tra i tanti runner ne incontro uno che ho conosciuto tanto tempo fa e parliamo un po', ricordando i vecchi tempi andati.

Gli dico dei miei problemi di alloggio e lui mi invita a dividere la camera con lui per la prossima notte, dormendo nel sacco a pelo, ma rimane sorpreso quando gli accenno del bagaglio ingombrante che mi porto appresso, in cui è compresa anche l'argenteria di famiglia.

Poi mi chiede cosa mi abbia portato qui.

Annaspo un po', come se non avessi alcuna risposta pronta.

Il Santo Graal della CorsaPoi gli dico che alcuni decidono di rimanere comunque per essere osservatori dall'interno... Osservatori partecipanti, nel senso antropologico del termine.

Alcuni corrono e altri, stando all'interno del loro mondo e avendolo conosciuto bene, fanno da osservatori, ma anche da narratori, appartengono all'uno e all'altro mondo e sono esclusi da entrambi. Sono dei pellegrini, per alcuni versi: costretti a muoversi sempre nelle interfacce. 

Mi chiedo tuttavia come sia possibile che, a distanza di tanti anni, io debba vedere sempre le stesse facce! Cosa ci fanno qui in così tanti? Invecchiano correndo? Oppure, sempre correndo, si tengono giovani? E se fossero tutti morti? Oppure, se fossi io quello morto, senza ancora esserne consapevole del tutto e ese, a causa di questa mia condizione, potessi dare uno sguardo trasversale dentro ambedue i mondi?

Forse, la corsa sulle lunghe distanze è come il Santo Graal oppure come la fonte dell'Eterna Giovinezza.

Che non sia finito per caso nella mitica Shangri-La?

Non so, ma ho sensazione che io faccio parte di questo mondo soltanto a metà: avverto una brivido di melanconia percorrere il mio corpo e catturare la mia mente, come se tutto ciò fosse posticcio e distante, anche se ci sono dentro.

E, poi, rimane il dispiacere dell'incontro mancato con mio padre, ed anche il turbamento per un evento così sovranatturale, avvenuto nella situazione più prosaica che si possa immaginare.

Chi sa quando lo potrò incontrare di nuovo!

 

 

 


 

 

 

 

 

Alla fine, mi sono svegliato da un lungo sonno: è stato tutto un sogno, vivido come lo sono soltanto quelli del primo mattino che arrivano appena prima del risveglio, sogni il cui tempo reale è di uno o due minuti, ma che nella percezione soggettiva possono durare giorni interi o un'intera vita. Per associazione di idee, la colonna sonora adatta a questo sogno potrebbe essere "Ghost riders in the sky": da qui la scelta della prima delle due immagini.
Il 21 luglio 2014. 

 

 


 

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27 aprile 2014 7 27 /04 /aprile /2014 07:29

Alla vigilia della Messina Marathon 2014, un sogno per rimettere ordine alle cose:: ed è, ovviamente, un sogno di corsa

 

Aspettando la Maratona di Messina 2014

(Elena Cifali) Ho dormito un po' più di un paio d’ore nel pomeriggio di oggi.
Avevo bisogno di ricaricarmi, di staccare la spina, ed ho sognato.
Più che un sogno era un incubo, come spesso mi accade il giorno prima di un grande impegno.
Domenica mattina (il 27 aprile 2014) sarò a Messina per la mia 23^ maratona.
Non perderò mai l’abitudine di emozionarmi dinnanzi ad una gara.
C’è sempre qualcosa che mi vaga dentro.
Qualcosa che mi inonda e rimescola dentro riportando a galla una moltitudine di sentimenti e di emozioni difficili da gestire.

Gioia, dolore, felicità, imbarazzo, sorpresa, paura, delusione, amore, scoperta, tutti insieme battono e ribattono contro il mio petto, mi mettono al muro e con veemenza si impadroniscono di tutto il mio corpo, del mio cuore e della mia mente.
Ed allora esiste un solo modo per mettere ordine: correre.
Il primo passo è sempre il più difficile, proprio come in tutte le cose della vita. Il primo bacio, il primo amore, il primo giorno di scuola, la prima giuda, il primo viaggio.
Tutte le prime volte hanno qualcosa di magico ed unico.
Le prime volte non le dimentico mai, mi restano impresse nella mente come marchiate a fuoco.

Il primo passo, dicevo, quello che contemporaneamente indica l’inizio della gara e l’inizio del viaggio.
Gareggiare per gareggiare, correre per correre, camminare per camminare, viaggiare per viaggiare, vivere per vivere.
Mi spettano 42,195 km, non sono tanti, ma neppure pochi.
Li correrò con la consapevolezza di non essere sola, un pensiero mi accompagnerà lungo tutti quei passi. Il mio battere e ribattere, dapprima leggero e semplice diverrà sempre più pesante e complicato, i minuti scorreranno veloci e i chilometri sempre più lentamente.
Gocce di sudore imperleranno la mia fronte ed il mio viso e sul mio volto si alterneranno sorrisi, smorfie di dolore e di stanchezza.
Mi stancherò e mi domanderò perché ancora una volta mi sono sottoposta a cotanta fatica.
Poi, oltrepassando il gonfiabile dell’arrivo, d’un tratto, ogni fatica svanirà, la stanchezza lascerà il posto alla gioia e finalmente potrò urlare il mio grazie al mondo intero.
Ogni corsa è il mio viaggio, so perfettamente da dove parto ma non so dove mi condurrà la mente.
La Maratona di Messina mi ha sempre lasciato un segno positivo, un nuovo trampolino, però non è mai stata generosa con me, ogni volta ho dovuto sudarmi il risultato.
Messina, aspettami, domenica io e te dovremo raccontarci un intero anno di vita!

 


Alla vigilia della Messina Marathon 2014, un sogno per rimettere ordine alle cose:: ed è, ovviamente, un sogno di corsaDomani la 7^ edizione della “Messina Marathon” – VI Trofeo Unicredit

Messina, 26 aprile 2014. Saranno la Miss Italia Giulia Arena e Tullio Lanese, già arbitro internazionale, a tagliare il nastro inaugurale della VII edizione della “Messina Marathon” – VI Trofeo Unicredit, in programma domani a piazza Cairoli, con partenza alle 9.00.

Il comitato organizzatore ricorda alla cittadinanza di prestare molta attenzione alla viabilità, tenendo presente che diverse strade saranno chiuse al transito per permettere l’espletamento delle gare. “Invito tutti i messinesi a lasciare la macchina a casa, a raggiungerci a piedi e a godersi la città”, commenta Antonello Aliberti.

 


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3 aprile 2014 4 03 /04 /aprile /2014 14:51

Etnatrail 2014 (3^ ed.) L'Etnatrail è talmente incombente che qualcuno se lo sogna... Ecco <Il Sogno del Presidente> di Vincenzo Ferro

 

(Vincenzo Ferro) Era stata una mattinata  memorabile; da poco avevo completato la mia seconda edizione dei 30 km dell’Etnatrail, gara inclusa nel circuito Ecotrail Sicilia 2013. Arrivavano altri runner, tagliavano il traguardo con un grandissimo sorriso sulle labbra per scacciare in un solo momento l’immane fatica appena conclusa.
Nel frattempo, altri si erano già cambiati, e mentre gustavano il pasta-party offerto dall’organizzazione, con entusiasmo scambiavano impressioni ed emozioni provate durante il percorso tra i boschi di betulle e faggi ed il deserto di lava centenaria. Eppure sulle labbra di tutti si leggeva l’ultima novità di casa Etna: l’anno successivo si sarebbe svolto il primo UTE o Ultratrail dell’Etna (M) di 64 km praticamente su e giù per la nostra montagna.

Quella notizia era stata tanto eclatante da suscitare tanta curiosità in tutti. Come una potente bomba aveva scosso i pensieri dei presenti; chissà come avranno immaginato l’eccezionalità dell’evento appena divulgato ancora con il fiatone addosso, mentre l’acido lattico prendeva possesso dei muscoli delle gambe.

Ricordo di essere stato per alcuni attimi fuori da quel luogo, in uno spazio senza confini e senza tempo, sospeso nel nulla. Non appena ebbi riaperto gli occhi mi ritrovai circondato dal fragore della voce dello speaker che annunciava le premiazioni, avvolto dal calore del bel sole di inizio agosto. 

Avevo già preso la mia decisione: avrei tentato la 64 km!

Ma cosa significa una gara trail di 64 km sull’Etna? Come può essere organizzata? Parteciperanno un numero considerevole di amatori della natura o solamente dei runner incoscienti? Forse saranno state queste e tante altre le domande che da parecchio tempo avranno reso poco tranquilli i sogni dell’organizzatore e Presidente della ASD Etna Trail di Linguaglossa. Ma Carmelo Santoro è una persona molto decisa, caparbia e di grande umiltà e avvalendosi di tanti amici  grandi conoscitori della Montagna ha collaborato alla riuscita di eventi internazionali come la Supermaratona dell’Etna meglio conosciuta come “Da zero a tremila”.

All’inizio di quest’anno ci trovavamo all’arrivo della Maratona di Ragusa e si discuteva sui preparativi della gara che si sarebbe svolta il primo sabato di agosto, quando con circospezione e un tantino di emozione Carmelo mi confidò di avere fatto un sogno…  a ggiungerei mostruosamente proibito: “Ho fatto un bellissimo sogno, la partecipazione all’UTMB dava punti validi per poter partecipare all’Ultratrail dell’Etna”.

Che sogno!!! Certo non posso nascondere di avere considerato il Presidente diciamo “un po’ audace?”, eppure vaghi ricordi del Liceo affioravano nella mia mente: Audaces fortuna juvat!!!

Ci vuole tanta immaginazione e non solo.  

All’improvviso mi ritrovo davanti al PC, navigando in rete alla velocità di 100 mega.

La pagina web mi lascia esterrefatto: immagini, video, racconti, programmi, classifiche, informazioni, indirizzi, iscrizioni, start list…

È il sito rinnovato dell’Ultratrail dell’Etna.

Dal 1° marzo si sono aperte le iscrizioni per partecipare ad una delle più dure e affascinanti gare trail  di endurance a livello internazionale.

Si prevedono partecipazioni da tutte le parti del pianeta; del resto l’Etna era stata designata Patrimonio dell’Umanità ed i programmi urbanistici e imprenditoriali intrapresi avevano portato sviluppo e benessere in tutta l’isola.

A fronte di una domanda abbondante ed esigente, l’organizzazione era stata in grado di mettere nel piatto una serie di prove di alto valore tecnico, accompagnate da eventi e spettacoli; praticamente un mix di sport, cultura e relax.
Infatti l’impegno nell’organizzare un evento sportivo di questa portata non riguarda esclusivamente alla manifestazione in sé ma soprattutto alle varianti offerte ai partecipanti ed in particolar modo agli accompagnatori.
Il programma era vasto ed impegnava la macchina organizzatrice per l’intera settimana tra luglio ed agosto.
Tutti i paesi della cintura etnea sarebbero stati in festa, le strutture ricettive ed i centri culturali presi d’assalto.
Prima e durante le diverse gare a disposizione erano previste numerose visite ed escursioni rivolte dai più piccoli ai meno giovani, adatte sia ai più allenati che ai meno frequentatori delle palestre. Il Presidente aveva pensato a tutto.
Erano state previsti collegamenti con tutti  i principali siti di interesse artistico, archeologico e culturale di tutta la regione; un sistema capillare di box office informavano in tempo reale tutti i partecipanti ed i turisti sullo svolgimento delle gare e delle opportunità da non perdere poichè  il calendario delle attività previste copriva tutte le ore del giorno e anche della notte con le spettacolari escursioni notturne sul vulcano attivo più alto d’Europa.
Si potrebbe rimanere incantati sotto un cielo stellato estivo ed affascinati dalle prime luci dell’alba scorte a quota 3.000 m quando ancora i centri  abitati sono avvolti nel buio.  D’altronde chi si appresta a trascorrere una settimana attorno al vulcano deve essere guidato, accompagnato e soprattutto informato di tutte le meraviglie naturali che il nostro territorio ha le potenzialità di offrire. Per questo motivo l’ospitalità non può e non deve mostrare punti deboli; chi si trova bene ritorna sempre con entusiasmo e porta altri amici!  

Girando tra le pagine, con eccitazione e -al contempo - timore e rispetto, osservo il tracciato e l’altimetria della gara regina: la partenza è posta a Piano Provenzana a quota 1.800 m alle prime luci dell’alba.
L’inizio non rappresenta grosse difficoltà e per i primi 5km si scende all’interno della verde Pineta Ragabo proseguendo per Piano Pernicana e giungendo  fino a quota 1.250m, la più bassa del tracciato., intorno al 14 km. 

Da questo punto si incomincia a salire per circa 15 km fino alla quota 2.200m attraversando i Monti Sartorius con i crateri del 1865 fino alla Serra delle Concazze per sporgersi sulla valle del Bove e poter ammirare il versante Est del vulcano teatro delle spettacolari eruzioni e colate laviche. Successivamente si  attraversa lateralmente e velocemente Monte Conca dove risultano necessarie e provvidenziali l’uso delle ghette per la grande quantità di lapilli e cenere vulcanica presente lungo i suoi fianchi, fino ad arrivare al punto di partenza intorno al 35 km. Un breve tratto in discesa all’ombra degli alberi di betulle e si arriva al 39 km, l’inizio della gara vera e propria. Infatti i runner si troveranno nel bel mezzo del deserto di lava pronti per affrontare i 20km in salita che li porteranno fino a quota 3.000m. E per finire gli ultimi 5km dove  si dovrà superare un dislivello negativo di 1.200m (da attenzionare un salto di 800m di dislivello in appena 1,5km di tracciato)  per arrivare al traguardo di Piano Provenzana ed abbracciare i propri cari.

Scorrendo tra la storia dell’Ultra non passava inosservato che, nonostante fossero  state svolte altre gare sull’Etna, poteva sembrare un fatto singolare  che per i dieci anni precedenti alla prima edizione della UTE 2014, le uniche competizioni annoverate tra le maratone e ultramaratone , avevano portato la firma di organizzazioni e associazioni sportive al di là dello Stretto.

Già, anche nella corsa “ospiti a casa nostra!!”. Finalmente saremmo riusciti ad essere protagonisti di noi stessi scommettendoci la faccia in prima persona perché non si tratterà soltanto di una gara trail qualsiasi o almeno questo è il sogno del Presidente!

La sezione aperta delle iscrizioni è chiara e veloce, ho inserito appena possibile i miei dati e ho pagato online tramite carta; ho ricevuto la mail di conferma e ha stampato la ricevuta.

Ed è fatta! Sono iscritto.  

Avverto una sensazione di spossatezza, sono leggermente sudato ed ho in mano un foglio…  non è la ricevuta dell’iscrizione, ma solamente il pezzo di carta su cui stavo prendendo appunti la sera prima… anch’io avevo fatto un bellissimo sogno...

 

 


(MR) Sogno o non sogno, è un sogno che sconfina nella realtà. Quasi da manuale, una delle forme più basilari del sognare, in cui si sogna in maniera diretta e senza edulcorazioni (perchè non c'è nulla da rimuovere) ciò che si desidera fare, ma nello stesso tempo - come sottolineano i cognitivisti - si tratterebbe di un "sogno di prova", un sogno cioè nel corso del quale sviluppiamo una sequenza comportamentale e psicomotoria e comportamentale che desideriamo realizzare anche nella realtà.
Potremmo ipotizzare che Vincenzo Ferro è talmente sotto l'influenza del sogno di correre l'Etnatrail che se lo sogna di notte, dando libero corso al suo desiderio e, nello stesso tempo, preparandosi ad un'azione più efficace.

Un caso davvero raro, quello in cui sogno e realtà praticamente collimano e in cui il sogno si fa veicolo di una speranza e della storia di una bella favola siciliana che diventa realtà.

 

 

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28 febbraio 2014 5 28 /02 /febbraio /2014 06:45

Nulla accade per caso! Una lunga riflessione di Elena Cifali sulle motivazioni e sulla volontà(Elena Cifali) Qualche sera fa mi trovavo ospite di un incontro organizzato dal Nordic Walker Rosario Catania per capire quale sia lo stato dei lavori per il tentativo di Guinness Word Record delle 72h continue che egli si prepara ad abbattere.

In notevole ritardo, a causa di un impegno di lavoro, mi siedo quando la discussione è già iniziata da tempo.

Pochi istanti mi sono bastati per capire che “gli addetti” ai lavori sanno tutti di cosa si sta parlando ed ognuno di loro ha un compito specifico.

Ad un certo punto una domanda mi lascia sorpresa: Rosario, cosa ti spinge a tentare di rimanere sveglio ed in cammino per 72 ore consecutive ? Insomma, perché lo fai?

Bella domanda! Già, perché lo fa?

Da questo momento in poi e per alcuni interminabili istanti tutto attorno a me si è fermato o forse ha preso a girare, diventando un vortice che risucchia via ogni mio pensiero.

La domanda rimbalza su di me:“Perché lo fai, Elena?”

Questa è la stessa domanda che spesso mi sono sentita fare prima, durante e dopo le mie gare ultra. Non nego che spesso, mentre affronto decine e decine di chilometri di corsa me la pongo io stessa.

La domanda che hanno posto a Rosario mi ha catapultato in un mondo tutto mio e finisco con l'assentarmi a tal punto da non ascoltare la risposta che lui da ai suoi interlocutori.

 Perché lo fai ? Perché lo fai ? Perché lo fai ?

Elena, perché lo fai?

Perché correre di giorno e di notte, per ore ed ore, 4, 5, 8, 10, 12, 14 ore consecutivamente macinando chilometri e chilometri senza mai fermarsi?

Perché?

Ecco il mio perché!

Perché il mondo che conosco non è tutto rose e fiori,

Perché ho tanti amici ma conosco tante persone davvero ostili.

Perché sono una persona forte, ma la vita continua a mettermi in ginocchio, colpendo duro allo stomaco, ed io incasso ma non posso pensare di restare in terra.

Ed allora, quando i pugni diventano davvero forti, bisogna resistere, andare avanti.

Solo così si vince!

Il dolore è come la fatica: è momentaneo !

Dolore e fatica possono durare un’ora, un giorno o anche un anno, ma alla fine si attenueranno e spariranno.

E allora, a quel punto, qualcos’altro prenderà il loro posto: la soddisfazione, la gioia, la gloria !

Ma se mollo - anche per un solo istante - la mia sconfitta durerà per sempre.

Quando affronto queste sfide il margine di errore è davvero piccolo. Basta un passo troppo veloce o eccessivamente lento per non farcela, un passo troppo lungo o troppo corto per farmi inciampare su quella pietra.

Resto concentrata, sempre, tutto intorno a me c'è quello spazio di cui ho bisogno per soddisfarmi.

Ogni chilometro è un cambio di gioco, ogni minuto, ogni secondo diventano quel sogno che deve avverarsi.

Il gioco diventa quel sogno che devo proteggere!

A volte, chi prima di me ha tentato e non è riuscito, mi dice “Non ce la puoi fare, hai un limite anche tu”. Ed invece, io non permetterò mai che la loro sconfitta diventi la mia sconfitta.

Se desidero qualcosa, se ho un sogno io vado e me lo prendo. Non ci sono discussioni!

Non ho paura di fallire, ma rispetto la fatica e le difficoltà del lavoro che mi porteranno fino in cima.

Da sempre il momento più difficile consiste nella capacità di prendere decisioni. Correre o camminare, camminare o fermarsi.

E' in questo istante che mi ricordo che sognare significa credere che qualcosa di diverso, di grande, di importante può accadere.

Nulla accade per caso! Una lunga riflessione di Elena Cifali sulle motivazioni e sulla volontàC’è chi dice che non può farcela e chi, come me, dice che può farcela.
In fondo abbiamo ragione entrambi. Affinché si abbia successo (arrivare alla conclusione di un'impresa, ma anche stabilire un record) bisogna che lo si desideri davvero tanto.
Non lo si può volere solo un po’!

Bisogna sognare di volare alto!

Bisogna volerlo fino in fondo ciò che si vuole, così come si desidera vivere tutto sino in fondo, bevendo tutto - sino all'ultima goccia - il calice della vita.

Non si può pretendere di vincere, se si desidera dormire e se si cede a questo desiderio.

Il nemico peggiore è il senso di inadeguatezza che inevitabilmente arriva assieme alla depressione, alla frustrazione della fatica.

Nessuno è "potente" oltre misura, esiste un limite per ciascuno di noi: il mio sta nel raggiungere la mia ombra che il sole proietta avanti a me alle prime luci dell’alba, dopo un’intera notte di corsa.

Quell'ombra che io voglio raggiungere, distendomi nella notte, diventa la mia luce ed allora niente più può spaventarmi.

Spesso, quando tutto diventa nero attorno a me, scavo e scavo in profondità, scavo profondo e mi chiedo chi sono. Chi voglio essere?

Devo capire cosa mi rende felice e non mi importa quanto io possa sembrare folle o scriteriata agli occhi delle altre persone.

Ognuno di noi deve fare una scelta, deve decidere.

Ognuno di noi deve decidere cosa succederà nella propria vita, chi sta diventando e come ha intenzione di realizzare i propri sogni.

,Basta solo decidere!

Perché no? Perché non potrei farlo? Perché non potrei riuscirci?

Solo io potrei diventare il maggior ostacolo alla mia riuscita.

Dopotutto basta solo non fermarsi ed andare avanti. Un passo dopo l'altro.
Ma tutto dipende da quanto tempo posso resistere per andare avanti !

Ed allora alzati Elena, corri, cammina ma non arrenderti mai !

Posso restare qui, tra le lenzuola, dentro questo letto, oppure posso lottare a mio modo per guardare in faccia il sole che sorge e che fa luce.

La corsa può essere tutto o niente, può farti precipitare all’infermo o elevarti al paradiso.

Un passo alla volta, solo un piccolo passo alla volta…

Il successo non arriva, si costruisce col sacrificio.
Il successo delle proprie imprese si studia a tavolino. Tanti non hanno successo perché quando si stancano si arrendono. Perché perdono di vista la meta, perché si distraggono.

Anche il talento naturale viene fuori da un individuo solo dopo ore ed ore di allenamento, di duro lavoro.

Questo significa rendere migliore la propria vita e forse anche quella di qualcun altro.

Non spreco il mio tempo. Non piango di fatica, piango perché voglio andare avanti !

Solo se so quello che valgo posso capire ciò che voglio e lottare per andarmelo a prendere. Però, devo essere disposta ad incassare colpi su colpi. Non posso permettermi di alzare il dito e puntare qualcuno o qualcosa per dire che è colpa sua.

I vigliacchi non mi sono mai piaciuti.

Posso essere meglio di così! Sì, posso essere molto meglio di così!

Ogni giorno è il mio giorno nuovo, e il mio compito è quello di uscire e dimostrare che sono ogni volta una persona nuova.

Ora! Adesso!

Devo mostrare quanto sono grande, quanto sono capace!
E’ questo il potere della mente, è questo il potere della persona. E’ il potere di creare stimoli, sogni, adrenalina, felicità.

Tutti abbiamo il potere di rendere la nostra vita libera e bella.

Tutto possiamo realizzare la nostra vita e renderla una meravigliosa avventura.

Ora! Adesso !

I limiti, come le paure, sono spesso solo un’illusione, un cattivo miraggio.

Cosa ho intenzione di fare?

Lo scoprirete!

Perché lo faccio?

Ve l’ho già detto!

 

Un videoclip che ha ispirato Elena Cifali, nella scrittura di questo pezzo.


 

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2 febbraio 2014 7 02 /02 /febbraio /2014 20:52

1° febbraio 2014. Storia di un fantastico allenamento sotto la pioggia (Elena Cifali)

 

Piove!

Altro che se piove, da cinquantacinque minuti giro in ovale dentro questa pista. Sola. Sola, nessuno a farmi compagnia, troppa pioggia, troppo vento, troppo freddo per tanti, forse troppi che si sono lasciati scoraggiare.

Ma io no, stamani dovevo proprio andare, ne avevo davvero bisogno, dovevo mettere in ordine alcune idee e cerare di trovare le risposte giuste ad alcune domane.

Le gambe girano veloci, il fisico c’è e mi accompagna. Nelle orecchie la solita musica, quella che, fedelissima, mi tiene compagnia quando corro da sola. Quasi non la sento più, non l’ascolto, ho altro a cui pensare.

Piove!

Piove più forte adesso, molto di più di quando ho iniziato a correre... Penso e ripenso, non mi faccio scoraggiare dal maltempo.

Inizia il viaggio, quel viaggio che ogni giorno turba e sfinisce il mio corpo ma che è cibo per la mente.

Qualcuno azzarderebbe l’ipotesi che la corsa sia una droga, che solo i folli possono correre in un giorno d’inverno in montagna, mentre diluvia e fa freddo.

Che pensino ciò che vogliono”, mi dico ad alta voce mentre guardo alcune automobili che rallentano la loro corsa per osservarmi.

Guardo i cani che giocano a rincorrersi, liberi, felici... Si accucciano e poi, repentinamente, si lanciano in corse disperate, velocissimi, mi vengono incontro, scodinzolano: oggi, io sarò la loro unica compagna di corsa.

Aumento il ritmo, voglio finire in progressione, ricomincio ad ascoltare la musica che però non hai mai smesso di suonare.

Voglio domare la bestia che c’è in me e posso farlo solo sfinendola.

Torno con la mente alla 24 Ore del Sole – corsa interamente sotto la pioggia battente - ricordo i volti, le parole, i suoni, il buio. Torno e ritorno sugli stessi passi mentre le scarpe annegano dentro le pozzanghere di questa pista ormai deformata dal tempo, dall’incuria e dalle intemperie.

1° febbraio 2014. Storia di un fantastico allenamento sotto la pioggia (Elena Cifali)Piove!

Il cielo si diverte con me, mi scaraventa addosso con raffiche violente decine e decine di litri d’acqua, il vento mi schiaffeggia.

Ma, come dita di una mano amorevole, le gocce di pioggia mi accarezzano il volto, scendono lentamente dagli occhi e trovano finalmente dimora tra le mie labbra. Bevo quest’acqua dolce che mi disseta.

Piove!

Questa pioggia oggi è un dono, mi è servita a ricordarmi di non dimenticare.

Poteva essere un giorno di pioggia qualunque questo primo febbraio duemilaquattordici, un uggioso giorno di pioggia.

La risposta alle mie domande non l’ho trovata, ovviamente, ma che donna sarei, che atleta sarei se non riuscissi a trasformare un giorno di pioggia in una risorsa per i miei allenamenti ?

Mi servirà - ne sono sicura - questo allenamento in compagnia di me stessa, delle mie scarpe inzuppate, della mia testa piena di sogni e speranze, del mio cuore gonfio di aspettative.

Io credo che solo allenando duramente il corpo attraverso la sopportazione di condizioni talvolta estreme potrò vivere felicemente e facilmente la vita di tutti i giorni. Perché se anche è vero che la vita non è solo corsa, è attraverso la corsa che si può sopportare una vita spesso ingiusta ed inclemente.

La corsa intesa come filosofia di vita può essere preghiera, stimolo, partenza e mai arrivo.

12 chilometri in un’ora e un minuto. Fermo il tempo. Torno a casa.

Ecco la mia corsa.

Piove!

Che bello, piove!

(by Elena Cifali)    

Canzone…

 

 

Piero Pelù, Toro Loco

 

Calci alla vita e anche più giù

ma farò finta che è tutto ok

sembrava finita e invece tu

mi hai detto alzati che ancora ci sei

guarda mi vedi? sono sempre qui

Io sono il toro e sono el matador

se non c'è sangue non c'è business

perché chi paga vuole l'anima

amati per quello che sei perché se lo fai tu lotti contro il vuoto

e scusa se è poco

e non pensare che ciò che faisia esclusivamente un videogioco

sarebbe poco

 

Toro loco

hai quel fuoco

hai quel sole e le parole

come fare cosa dire

devi solo farti capire

 

ehi tu ma stai scherzando Toro loco

calci alla vita e anche più giù

ma farò finta che è tutto ok

Io ti assicuro che da fare ce n'è

per domare la bestia che c'è in me

finchè c'è lotta c'è speranza

perché chi soffre usa l'anima

amati per quello che sei

perché se lo fai tu lotti contro il vuoto

e scusa se è poco

e non pensare che ciò che fai sia esclusivamente un videogioco sarebbe poco

 

Toro loco

hai quel fuoco

Hai quel sole e le parole

come fare cosa dire

devi solo farti capire

Toro loco è un grande gioco

Ma stai scherzando con il fuoco

In quel gioco

In quel sole

c'è già scritto sei speciale

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8 gennaio 2014 3 08 /01 /gennaio /2014 23:56

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years ResolutionsUna corsa di Maureen Simpson da Palermo a Mondello e ritorno, il 5 gennaio 2014. Una corsa speciale per salutare il nuovo anno che dimostra come la corsa non è mai solo corsa, ma diventa un motore che genera pensieri, emozioni e propositi.
Dalla questa corsa di Maureen scauriscono i propositi per il nuovo anno e, naturalmente, ma soltanto come una parte di un complesso ben più vasto, i suoi obiettivi di corsa "sostenibili" per il 2014. 

 

(Maureen Simpson) Today was Sunday, with no planned jaunts and no jobs to do and no real agenda at all, and so a nice little run to Mondello, for me! (for the first time!) was on the cards. Another Mauri idea! We had originally thought about a centralised joining together for a mini jaunt - involving a car, a dog, a baby, a Papi and a Mummy, walking running and car-ing. But as it happened and with the weather, Mauri looked after Babacino and they did dancing and reading and playing and visiting Tata, and I ran to the beach and back! Mondello's beach lies between two cliffs called Mount Gallo, and Mount Pellegrino (which is our family mountain by the way, just to mention!). King Ferdinand of Bourbon called it "a corner of paradise" just to give you an idea!
And so, one more last run, before we go back to London, for my feet and my soul to store and remember, for soul sustenance. 
Also, I know myself, I’m a bit of a tortoise in many respects, when it comes to change and endings and new beginnings, of which we have a lot right now. While I relish the adventure and look forward to the story, regards the future, I also need to make sure I keep grounded and devote time to pondering and mulling and just generally playing with Lego in my brain.. Running of course, as we know, does the trick! (and drawing and making, but for now and for this story my hands and my feet choose running!) 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years ResolutionsAnd of course, given the time of year, this means that lately I have been thinking quite a lot (as you do) about my ideas of how I'd like the colours and shapes of 2014 to be, or at least start off, before it gets too much of a mind of it's own. I don’t know if anything could ever be quite as extraordinarily as 2013, but you never know! And for sure I think 2014 will be extraordinary too, in it’s own way. Everything to do with Babacino and Mauri, I have come to realise, is extraordinary! 

(To explain, soon our family goes back to London and I return to work, after a wonderful 6 months of maternity leave, most of which we've spent here in Sicily. We’ve also, jointly, had the amazing gift of having Babacino’s Papi with us all of this time! I feel as if I am saying goodbye to this most remarkable time of my life, with all sorts of feelings and emotions, and in truth, with some sadness. But I also know that there are wonderful times ahead too, and no doubt in a week or two we’ll be fully into the next exciting chapter. But for now, perhaps this little story is just one of my rituals in saying goodbye to the time of Babacino’s first 6 months of his life, and hoping that we have done a good job in being his parents and helping him develop in the best way we can)
Back to how I’d like to envisage 2014! 

 

In grown-up speak, I suppose these ideas I’m playing with, (which hopefully will somehow emerge more coherently by the time I have finished writing this!) might also constitute 'New Years Resolutions'
In the first instance, this has been proving quite interesting because normally when it comes to the end of a year, and preparing for a new fresh one, I would start off by scouring the net for all the new races I would like to run, where ever they may be, venturing towards longer distances, or higher mountains, or more remote destinations. Then, I would fit my life and my work holidays around that, and at the same time and in between, indulging in creating and making and colours, and they'd all be linked and it would be wonderful, but, it would be me, mostly, only. At least that is how I have made my life, for quite some time.
Now, I have a family, I have Mauri and we have Babacino. Wow, a family, who I love and who make me feel more grounded and more human and more connected and more excited, and where I feel I belong! … but more later. 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years ResolutionsThis whole concept of ‘New Years Resolutions’ and plans and goals becomes different: it’s softer, with more fuzzy edges, and less of a defined list. Perhaps there is lots more room for wandering and exploring and a whole new space for deciding and exploring things together. 
I remember some months ago, when Babacino was still a Beetle, Mauri and I were nibbling and munching on the idea and the image of “The Axiom of Maria Prophetissa”, which is this:
“One becomes two, two becomes three, and out of the third comes the one as the fourth” and this loops back on itself repeating the process again and again, becoming richer and richer. Essentially the axiom is a precept in alchemy, which I think is how we should aim for life to be, so that we give ourselves a chance to live more fully and more creatively and to feel more deeply. This way, hopefully we choose the paths that are as true to our soul as we can get and we live life and hopefully contribute too, more fully. 
Jung actually used the Axiom of Maria as a metaphor for the whole process of individuation. ‘One’ is the original state of unconscious wholeness; ’ two’ signifies the conflict between opposites;’ three’ points to a potential resolution; the third is the transcendent function; and the one as the ‘fourth’ is a transformed state of consciousness, relatively whole and at peace. 

You can think about this for ages and ages, like a little puzzle in the picture and ideas part of your brain. In fact, here is a wonderful blog post which explains it far better than I can and gives lots of food for the soul www.laranewton.com/my-first-blog-post/ 
I like to think of our family of 3, which it’s always been, and then with the arrival on earth of Babacino, we get the 4th!
So something intangible and magical enters the space of all of our lives. And I am reminded that this magic of the Axiom and of Alchemy are both synonymous with synchronicity in some ways, another thing Mauri and I spoke about and enjoy to play with. I think it’s all about noticing the patterns and seeing what the eye can’t see. It’s like circles or waves, coming and going back and forth in different guises. We can never see them all, and some of them just tick along in the background doing ‘work’ for us, and when we are ready, we see them. We hope! Time for a Little Prince Quote I think: (The little Prince is another little family landmark in the territory of books and stories and pages, but that’s for another day…)


“The most beautiful things in the world cannot be seen or touched, they are felt with the heart.” 
― Antoine de Saint-Exupéry, The Little Prince

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years ResolutionsTo take this to an even more radical stance, which is always fun or at the very least a valuable excercise.. delving into both the light and the shadows, I have another few little ideas to float...
If we consider this magic of the Axiom, and Alchemy and then we think about what James Hillman talks about in his book ‘The Souls Code’ where he introduces the ‘Acorn Theory’. This is a myth really and he explains it in this way. In conjunction with this myth, he talks about each person being born with a “Daimon”. This is an ancient Greek word, which supercedes the word ‘demon’ and is synonymous with the Roman word ‘genius’, and the Christian word ‘guardian angel’. They are all a little bit different, yet each expresses something that you are, that you have, that is not the same as the personality you think you are.


Hillman says that "...the daimon motivates. It protects. It invents and persists with stubborn fidelity. It resists compromising reasonableness and often forces deviance and oddity upon its keeper, especially when neglected or opposed. It offers comfort and can pull you into its shell, but it cannot abide innocence. It can make the body ill. It is out of step with time, finding all sorts of faults, gaps, and knots in the flow of life - and it prefers them. It has affinities with myth, since it is itself a mythical being and thinks in mythical patterns”.

So you can see why it’s important to look at both the shadows and the light in our living. Each holds gravity and has it’s gifts.
"The 'Acorn Myth' says that the roots of the soul (which is intrinsically linked to or IS the “Daimon”) are in the heavens, and the human grows downward into life. A little child enters the world as a stranger, and brings a special gift into the world. The task of life is to grow down into this world….Of course, parents have a strong role. The myth itself says that the soul chose your particular parents, and so they are part of your destiny, ... But that's not the be-all and end-all of existence. .. The story of the acorn is that you have your own destiny, and that your parents' tasks are to provide a place in the world where you can grow down into life and to help make it easier for you to carry the destiny you have, which as a child is hard to carry".
So Hillman is proposing that our calling in life is inborn and that it's our mission in life to realize its imperatives. This "Acorn Theory" — is the idea that our lives are formed by a particular image, just as the oak's destiny is contained in the tiny acorn.

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years ResolutionsI like playing with all of these images and myths, particularly now that we are 3, Babacino me and Mauri. I think the Acorn myth is such a creative way to look at life and our ‘roles’ so to speak on this planet and in the greater existence of humankind.
It is a comforting feeling to know or believe that there is some greater power working for the better good of us and all people, if we choose to believe in it and pay it heed. Of course there are many more of these very delicious ideas and myths and stories, we discover them when ever we are open to them, and they tend to land when we most need them! At least that has been my experience, when I have been listening to my ‘daimon’!


And so, after all of that perhaps it makes it easier to understand how the universe can actually totally turn our world around on it's axis, and present us with something utterly of another place, so far out of the realms of even our imagination, and yet it can happen. For me I guess I can say, It HAS happened. I think I can probably say the same for Mauri. Think Terry Pratchet Disk World type turnaround! Ok, I have played a role and made some decisions and actually taken steps along the road, but it feels to me, as if the universe has given me a surfboard and a big wave and said: GO, RIDE!
(ps - perfect for a run to Mondello, wouldn't you say?? Synchronicity strikes again!!)

About the photos, these are, of course, pictures from my run today. I included one or two of things that are part of our life with Babacino here in Palermo, in case they seem out of place in the run to Mondello Beach. They are places - of types - that have become little landmarks of our life here, at this time, and now they are sort of visual symbols of happy memories being made. As usual I explain these next to the pictures. And then right at the end are some other pictures not from the Mondello run, just from our days of playing of late!

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years ResolutionsOk, finally, I get to the ‘NEW New Years Resolutions’ of the more traditional type! Here goes, this is some of how I would like 2014 to look, for me, in the context of our little family and our life. Sorry if they seem a bit corny but sometimes corny is good! (I’m copying them from my phone where I wrote them before New Years Eve, so they are real McCoy!) This does not include some of the more practical life living matters! Nor does it include running, that is coming later, never fear
• Be settled and grounded as a family where ever we may be (Me Babacino and Mauri)
• Always talk about our values, our directions, our wishes – the together ones and the individual ones, because they all make up the whole
• Consciously decide each day how I want to live my life (for me and Mauri and Babacino)
• Be excited, be courageous, take risks, be connected, be empathic, choose my paths
• Play and be creative at least a little every day
• Skype my family around the world at least every now and again
• Be the best mummy I can be for Babacino (attuned, attentive, listening, serious, fun, gentle, guiding, patient, allowing, encouraging, and being a constant secure base, with Mauri, for Babacino to explore and grow from)
And those are those! For trying my best!

Ok, running, yes, I need to add my running goals, these I am just writing intuitively without any real research, and also I havent given it a great deal of thought really, partly because a lot is in flux. And of course partly because I need to keep them flexible for Babacino, who always comes first. AND I need to chat to Mauri!
In no particular order:
• I would love to run the Mount Etna trail in August, the 64km one, but if that is not possible, then I would be still very happy to run the 24km one.
• I cant wait to run with Babacino in the Baby Jogger in London, but only if he likes it!
• To keep exploring and learning from running, no matter what the distance is or where it is.
• To enjoy running and keep challenging myself, being open to new and different ideas and experiences, especially now that my ultra running needs to take a back seat, rightly so.
• Before Babacino turns a year old, I would like to run a trail marathon, just for fun.
• I would love to run through the finish of a race, with Babacino, if the right race presents itself.
• To run in the mountains and in trees and nature, at least sometimes!
• For me and Babacino, but also on behalf of Mauri, that we can continue to go to some more lovely racing jaunts for Mauri to do his magic with photography, running stories, and linking up with all our lovely Sicilian running buddies!


Ok and that’s that for now. 
"My Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions." 
As it turns out, it wasn't a lot about my run, but, for sure the run must have written a lot of this! And as usual, and with gratitude and love, my ending must be to thank Mauri and Babacino for being so kind as to read and play and wonder so patiently while I go running and writing stories!
(Quite a lot of the James Hillman stuff is quotes, which I got off the internet, but I cant remember where, so just to say, in case it looks as if my vocabulary has trippled over night).
Note to myself in public to write about my thinking and ramblings about what I thought it would be like to be a mummy, before Babacino was born, compared to what it is like! (although, one is still very much a mummy for the whole 9 months of carrying but its a different kind of mummyness). There wasnt time or space to put that into the NEW New Years Resolutions and really it is very linked. Next time!

 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

 

Vedi anche: My Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

 

 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

 

 


 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

 

 


 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

 

 


 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

 

 


 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

 

 


 

A Sunday Run to Mondello Beach, and NEW New Years Resolutions

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7 gennaio 2014 2 07 /01 /gennaio /2014 23:07

Sogni di runner. Scassau a Muntagna (Elena Cifali) I sogni spesso rivelano le nostre personali passioni ed ossessioni. Chi corre si ritrova spesso a sognare. Ma anche c'è da da dire che chi corre, mentre sta correndo, sogna. Potrebbe crearsi in ciò una situazione di indecidibilità, come nel caso del famoso "sogno della farfalla", più volte citato: "Il saggio cinese Chuang-Tzu sognò di essere una farfalla. Quando si svegliò si ritrovo a riflettere se aveva veramente sognato di essere una farfalla o se, invece, era una farfalla che stava sognando di essere un uomo...".
Ma i sogni in cui compaiono le nostre passioni rivelano anche qualcosa sulle profonde motivazioni interiori di quella passione. Ad esempio, in questo sogno raccontato in maniera accativante da Elena Cifali, quasi fosse un racconto o lo script per un film, ci sono molti degli elementi che entrano nella passione di Elena per la corsa. L'Etna, innanzitutto, affascinante e, nel tempo stesso, minaccioso.
E poi quel motivo che fa sempre da sottile filo rosso che collega le esperienze di corsa di molti di noi e che è rappresentato dall'idea che correre spesso ci salva la vita, materialmente in alcuni casi, e in altri casi psicologicamente o anche, in definitiva, spiritualmente, poichè attraverso la pratica quotidiana si costruisce una propria personale "religione" della mente.
La fuga descritta da Elena dalla squassante eruzione dell'Etna adirato, in più, assume i toni dell'epopea e mi fa pensare a quella di Enea con il suo pargoletto e il padre Anchise sulle sue spalle da Troia in fiamme.

(Elena Cifali) Qualcuno mi avvisa urlando “Scassau a Muntagna, scassau a Montagna!”

Com’è possibile?

Non ho sentito nessun boato, nessun botto che mi facesse intuire che l’Etna fosse in eruzione.

Apro il balcone di casa e volgo lo sguardo a nord. Non credo a ciò che vedo. Resto dapprima impietrita con la bocca aperta, poi mi sento mancare e finisco in ginocchio.

Mi risollevo e rientro dentro casa, non devo permettere al terrore di avere il sopravvento, mi serve un’idea.

L’Etna è in eruzione, una delle più importanti e disastrose della storia. Una porzione del vulcano è collassata su se stessa, la Valle del Bove non esiste più, è sprofondata per alcuni chilometri.

Torno fuori: devo avere cognizione di cosa sta succedendo realmente.

Davanti ai miei occhi una quantità impressionante di pietra lavica si stacca e travolge tutto ciò che sta sotto, scivola a valle portando con se case, alberi, automobili, non lascia scampo a niente e nessuno.

Un’automobile bianca sfreccia senza conducente sotto il mio balcone, mi aspetto di sentire da un momento all’altro il rumore del suo schianto contro il muro di cinta della mia abitazione ma non sento nulla, forse ha trovato un varco e sta proseguendo la sua corsa.

Riconosco uno degli edifici di Rifugio Sapienza che è stato trascinato fino dentro Nicolosi, uno scivolone di almeno una decina di chilometri.

Davanti a me tutte le case sono piegate all’indietro oppure di fianco, come alberi investiti da forti folate di vento.

La gente urla disperata.

Le strade non esistono più, sono completamente deformate ed impraticabili con i mezzi su ruote.

Solo casa mia è integra, intatta, ogni cosa a suo posto.

Apro la porta per permettere a Thelma di scappare, lei si precipita giù per le scale abbaiando, poi d’improvviso si volta e non vedendomi arrivare torna su per poi sparire nel nulla.

Devo pensare a cosa fare e devo farlo in fretta.

Tento di chiamare qualcuno col cellulare ma le linee sono isolate.

Squilla però il telefono di casa, è mia zia da Como: “Elena, dovete scappare, al telegiornale dicono che sarete seppelliti, è colpa del gas metano. Dovete scappare a Catania o meglio a Siracusa”.

Metto giù la cornetta.

Cosa c’entra il metano?

Guardo ancora una volta fuori e lo spettacolo si fa ancora più terrificante: una colonna di fumo e cenere alta alcuni chilometri sta oscurando il cielo, tra poco caleranno le tenebre e saremo sotterrati dalla cenere vulcanica.

Mi sfilo il pigiama ed inizio a vestirmi. Mi vesto da runner con calzamaglia, maglietta termica e camel-back. Se mi metto a correre in un’ora e mezza riesco a raggiungere Catania e mettermi in salvo, male che vada proseguo la mia corsa fino a Siracusa, so di potercela fare, sono allenatissima per le lunghe distanze.

Allaccio le scarpette e stringo lo zaino al petto pronta per partire.

Mi giro e vedo mio figlio e mio marito, fermi immobili davanti a me.

Devo cambiare strategia, loro non sono in grado di correre, neppure per i 16 km che mi separano da Catania. Un forte senso di angoscia e di terrore si mescolano, temo che tra poco la massa di pietra lavica possa raggiungere anche casa mia.

Arrivano i miei vicini di casa con i loro bimbi piccolissimi, casa mia si è trasformata, non ci sono più i miei mobili ed i miei oggetti, solo grandi stanze dipinte d’azzurro che si rimescolano di continuo cambiando forma e dimensioni.

Salgo in piedi su di un tavolo cercando di attirare l’attenzione ed inizio ad urlare che dobbiamo “correre” via, verso il mare.

Correre, correre, correre …. Mi sentite?

Sono troppo spaventati e nessuno di loro parla, tutti muti e fermi come statue di cera.

Sento il suono di una sirena che proviene dalla strada. Il suono si fa sempre più vicino e sempre più forte, non lo sopporto più è diventato assordante ….

E … apro gli occhi, la sveglia sul comodino suona, mi trovo sudata fradicia e con i piedi penzoloni giù dal letto.
Sono le otto del mattino e stranamente oggi non devo andare a correre …

 

 

 

 

Foto di Alessandro Lo Piccolo

 

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23 dicembre 2013 1 23 /12 /dicembre /2013 07:28

Mi sono nutrito di paesaggi e di colori

 

 

Con questo doppio contributo creativo di Vincenzo Ferro, Ultramaratone Maratone e Dintorni inaugura una nuova sezione che è "Poesie, sogni e visioni". Chiunque voglia potrà inviare il proprio contributo.

Ancora una volta il segnale che la corsa non è soltanto corsa ma può essere altro, tanto altro.

Molto spesso, se si esce dalla monotonia e delal ripetitività del gesto atletico, diventa un'interfaccia, un ponte di collegamento tra stati mentali diversi e tra attività fisiche che si pongono in connessione l'una con l'altra e che propongono in mille sfaccettature diverse l'esplorazione del mondo che ci circonda che procede congiuntamente con l'esplorazione del nostro mondo interiore. 

 

1

 

Mi sono nutrito di paesaggi e colori

 

Ergendomi dinnanzi a cotanta soave bellezza

Trasalendo gli irti e scoscesi sentieri.

Nasce come granello dentro l’animo la consapevolezza

Assaporando  i doni della natura rifugio di quieti pensieri.

 

Mi sono inebriato col profumo delle foglie e della terra

specchiandomi nella nube vaporosa di un arcobaleno.

 

Ho ascoltato il silenzio ed ho sentito me stesso.

Ho colto l’immensità della vita nella sua essenza.

Ho stabilito un contatto con la sabbia e la neve.

Continuo a cibarmi delle immagini impresse nella mia mente.

 

 Mi sono nutrito di paesaggi e di colori

 

2    

 

Io corro, io vivo

 

Mi sono incamminato felice e soave

e come sempre ho preferito stare insieme in allegria.

Circondato dall’immenso riesco a trovare

la forza di esplorare dentro per sentire che io sono vivo.

Ho imparato a sopportare la fatica, il dolore l’ho superato con la preghiera

ma so che nell’istante in cui si ripresenterà sarà come fosse la prima volta.

Ho incontrato un trascinatore  mi ha spinto, guidato, confortato, spronato, consolato, esaltato

adesso ne condivido la passione per la terra, l’aria, il fuoco.

Attimi rubati alla famiglia, al lavoro, agli amici.. in quei momenti ritrovo me stesso.

La sua follia è diventata la mia follia.

Ho scoperto la polvere e il sudore

come essenza di un appagamento interiore.

Esserci per Essere.

Non importa quando arrivo perchè   

alla fine mi ritrovo carico più di quanto lo fossi prima della partenza.

Lottare per me stesso, soffrire per gioire

sentirsi parte della carovana della vita.

Insieme raccogliamo i meritati frutti della nostra vittoria  

dopo tanti sacrifici mattutini senza distinguere il vento, la pioggia, il gelo. 

Abbiamo preso consapevolezza delle nostre capacità.

È giunto il momento di una nuova sfida

abbiamo tracciato una nuova retta.

Impavidi progettiamo il nostro futuro.

 

 

 

 

 

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


Ricerca

Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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