Il 22 dicembre 2013 si svolto l'Ecotrail della Ficuzza, quale ultima prova del Circuito Ecotrail Sicilia 2013.
Per molti dei trail runner siciliani, questa gara in natura è stata l'ultimo appuntamento podistico prima della fine dell'anno, per altri no. In ogni caso, per tutti è stato l'ultimo appuntamento della stagione trail siciliana: e, da questo punto di vista, anche solo dal punto di vista della bellezza del luogo e della qualità delle persone convenute, un appuntamento da non perdere.
Ancora una volta, Elena Cifali, ci mostra come la partecipazione ad una gara podistica possa essere occasione per riflettere e per sperimentare stati d'animo intensi. E ciò, al punto di farle dire che ciò che scrive, non è una storia di corsa, ma piuttosto una trama intessuto di coraggio, determinazione, motivazione, tenacia, orgoglio, senso di appartenenza, solidarietà ed amicizia, tutti valori che si compongono armonicamente tra loro.
Una riflessione, insomma, nel più spirito trail.
(Elena Cifali) Questa non è una storia di corsa, ma una storia di coraggio. Sono già abbondantemente sudata. Non ho gran voglia di correre oggi, forse perché la forte tosse che mi accompagna da qualche giorno mi leva il respiro e mi stringe il petto. No, non ho proprio voglia di stancarmi e sfinirmi lungo questi 23 km dentro il Bosco della Ficuzza.
Ho voglia di fermarmi, si, fermarmi a sedere su di un umido sasso e godermi il paesaggio, osservare gli altri runner che sfilano correndo sotto al mio naso.
Ho qualche linea di febbre e sento freddo, poi d’improvviso sento caldo, non mi va di parlare con chi mi si affianca lungo il tragitto.
Oggi è uno di quei giorni in cui sarei dovuta restare a casa a riposare.
Ma allora che ci faccio qui? Perché nonostante tutto continuo a correre?
Mio nonno avrebbe risposto alla sua maniera “...hai la testa più dura del ferro!”
Ma si tratta di testardaggine o di incoscienza?
Né l’una, né l’altra, risponderei.
Ho voluto mettermi alla prova e testarmi anche in condizioni fisiche non ottimali e come sempre ho vinto io.
Con TENACIA non ho mollato il mio sogno. Ho lavorato duramente in queste tre settimane – dopo la 12 ore su pista (in occasione della 24 ore del Sole, a Palermo)- per portare a termine la gara che avrebbe chiuso il mio splendido 2013 e non sarebbe stato certo un semplice raffreddore a farmi crollare.
Il percorso è tradimentoso, reso viscido dal fango che mi fa slittare da tutte le parti, i miei piedi finiscono dentro ad una pozza melmosa alta almeno quindici centimetri, l’acqua penetra dentro le mie scarpe ed un brivido mi corre su per la schiena, nel momento in cui avverto la pesantezza che adesso dovrò trascinarmi dietro.
Tutto il mio essere si sente in ARMONIA con la natura che mi domina e mi sovrasta, divento un piccolo insignificante essere umano che arranca senza timore.
Sono parte di una ricca FAMIGLIA che si chiama ETNA TRAIL (ASD), ricca non nel puro senso economico, ma di valori e virtù inquantificabili.
Oggi la famiglia ha bisogno di ogni suo figlio, perché se è vero che ognuno di noi ha una vita propria, solo quando siamo insieme possiamo essere forti ed orgogliosi, riuscendo ad essere ciascuno di noi una perfetta pennellata dello stesso splendido quadro.
E’ l’ORGOGLIO di appartenere ad un gruppo così ben affiatato e motivato che mi spinge a poggiare ancora un piede avanti all’altro, ancora ed ancora, soprattutto quando la salita si fa più ardua ed il respiro si fa corto. Tossisco insistentemente, soprattutto quando cammino, sfiato come i vecchi bus di una volta, mi sento cuocere dentro. Stringo i denti e vado avanti.
Il CORAGGIO non mi manca e mi tornano in mente le corse fatte sotto il diluvio, le tredici ore che mi sono servite per completare il Passatore, le dodici ore sotto il temporale in pista a Palermo, il freddo dei giorni d’inverno a Nicolosi, i 30° che mi hanno sfiancata all’Etna trail d’agosto. Ho tutte le carte in regola ed un curriculum di tutto rispetto anche per Ficuzza, anche con la febbre in corpo.
Mi affianca Nino, l’ho conosciuto solo qualche chilometro fa e già sembriamo amici di vecchia data, mi chiede dell’acqua ed io non posso far altro che farlo bere dalla cannuccia del mio camel-back. Questa si chiama SOLIDARIETA’ fra runner.
Le mie non/amiche, quelle con la puzza sotto al naso, quelle che – poverette loro - vivono solo di borse, scarpe e rimmel sarebbero atterrite al solo pensiero. Mi trovo in aperto bosco, tutta sudata, stanca, febbricitante, sporca di fango all’inverosimile, un amico mi chiede dell’acqua ed io cosa faccio?
Gli offro la possibilità di succhiare dalla stessa cannuccia dalla quale ho succhiato e succhierò anche io. Come faccio a spiegare loro che nella corsa non esistono di questi problemi ?
Con la corsa - ancor di più con il trail - si torna ad essere bambini o forse, più semplicemente, si torna ad essere primitivi. Per mangiare si usano le mani, per fare pipì è sufficiente accovacciarsi dietro un albero, per fare amicizia basta un gesto di cortesia.
Basta davvero poco e la FIDUCIA che lega due persone che si sono incontrate per caso sulla stessa strada diventa un rapporto che può fare la differenza.
Ma non tutto arriva per caso, bisogna lavorare sodo e coltivare questa passione con lo stesso animo e lo stesso spirito dei contadini.
Dopotutto, c’è un vecchio e sempre attuale detto che recita: “Chi semina raccoglie”.
Ho seminato per 12 lunghi mesi ed adesso raccolgo.
Raccolgo il Coraggio, la Fortuna, la Fiducia, l’Orgoglio, la Solidarietà, l’Armonia, la Tenacia e la Famiglia, tutto questo ho raccolto e sono fiera di poter dividere e condividere questi miei frutti con tutti coloro che mi hanno dato la FORTUNA e la GIOIA di entrare nella mia splendida vita.
L’ho finita questa mia gara, ancora una volta ho avuto la FORZA di non arrendermi e tagliare il traguardo, senza se e senza ma, ascoltando ciò che il cuore mi dettava, ripetendomi che ce l’avrei fatta e che bisognava solo crederci, ripetendomi che anche questo è parte del mio Cammino.
A volte basta poco; a volte basta solo guardarsi dentro ed avere il coraggio di continuare perché spesso i limiti sono solo mentali e non fisici.
Ognuno di noi ha dentro di se un nocciolo dove stanno racchiusi amori e passioni, gioie e dolori, sentimenti ed emozioni, vittorie e sconfitte.
Ed il mio nocciolo oggi s'è indurito ancora un po’ per proteggere ciò che gelosamente custodisce.
Concludo con una significativa frase che prendo in prestito da “Guido Ulula alla Luna” e che racchiude in poche parole parte del mio pensiero più intimo: “Siamo il cammino che intendiamo intraprendere.
È il cammino stesso lo scopo, e il segreto, della vita.
Fiammeggiante al pari di un fuoco”.